Centri estivi comunali a Busto Arsizio, non c’è accordo con le educatrici
Csa, Cgil e Uil respingono la bozza di accordo inviata dall'assessorato e chiedono di tornare all'accordo dello scorso anno «che aveva dato reciproche soddisfazioni». Più estremi Cobas e Adl: "Serve una nuova assemblea"
Centri estivi per bambini da 0 a 6 anni, non c’è accordo tra amministrazione e lavoratori. Permane lo stallo tra le parti dopo che questa mattina i rappresentanti sindacali di Csa, Cgil e Uil hanno annunciato di aver respinto al mittente la mail con la bozza di accordo sui centri estivi «che stravolgerebbe quello dell’anno scorso».
Le Rsu Mauro Catella per la Cgil, Massimo Giannotti per la Uil e Gloria Miceli per il Csa si chiedono il perchè di questa decisione: «Con le regole dello scorso anno c’era stata soddisfazione sia da parte delle educatrici che da parte dell’utenza. Perché cambiare senza avvisare i sindacati: ci hanno avvisato via mail all’ultimo momento». Uno dei principali nodi sarebbe l’aggiunta di una settimana di centro estivo ad agosto.
«Al momento non abbiamo firmato nessun accordo ma siamo disponibili ad incontrare l’amministrazione perchè sappiamo che questo servizio è di importanza primaria per le famiglie. La nostra proposta è quella di firmare lo stesso accordo dell’anno scorso e ai primi di luglio si va a discutere l’intero pacchetto. Il servizio va garantito ma non dobbiamo arrivare all’ultimo momento» – sottolineano le rsu.
Le lavoratrici partono dal fatto che il contratto nazionale non prevede l’obbligatorietà del centro estivo per le maestre «ma sappiamo che è essenziale. Facciamo un accordo triennale o almeno biennale». Mauro Catella aggiunge: «Noi abbiamo fatto proposta all’amministrazione per garantire all’utenza lo stesso servizio che ha funzionato negli ultimi anni ma ci deve essere disponibilità al dialogo».
Conclude Angiolino Liguori, ex-dipendente del Comune e storico esponente del mondo sindacale: «Se qualcuno non vuole parlare coi sindacati sappia che l’ha deciso il legislatore». Parole riferite, probabilmente, all’assessore all’Istruzione Daniela Cinzia Cerana che, da voci nei corridoi del Comune, sarebbe pronta a sostituire le educatrici recalcitranti appaltando all’esterno il servizio: «Siamo sicuri che l’assessore abbia a disposizione 5o mila euro per pagare una cooperativa esterna?» – conclude Liguori.
Più dura la posizione dei sindacati di base A.L. Cobas e Adl che non hanno partecipato all’incontro con la stampa di questa mattina: «L’Amministrazione Comunale, senza alcun riguardo nei confronti del parere delle lavoratrici dei Servizi Asilo Nido e Scuola per l’Infanzia espresso e votato nell’assemblea del 17 maggio, ha presentato alla parte sindacale una proposta che introduce diversi elementi che vanno a peggiorare sensibilmente le loro condizioni di lavoro. In particolare viene ulteriormente aumentato il monte ore per attività integrative a 200 ore annue producendo un incremento dei carichi di lavoro che già oggi mettono in seria difficoltà dal punto di vista psico-fisico le lavoratrici».
Situazione di disagio che rischia di essere ancor più penalizzante per le insegnanti delle scuole dell’Infanzia che saranno chiamate a svolgere il servizio aggiuntivo estivo fino alla prima settimana di agosto per quattro settimane in attività didattica contro le attuali 2 (2 sono riservate ad attività varie di non docenza ma altrettanto importanti, come la programmazione, la preparazione delle aule per l’anno successivo, la formazione, ecc.): «Attività importanti perché il ruolo dell’educatore, chiamato a svolgere il delicato compito di accompagnare il bambino nel proprio personale percorso di crescita ed approccio al mondo che lo circonda, richiede ampi momenti di preparazione tecnica, studio ed approfondimento, ai quali l’Amministrazione deve dare il giusto spazio e, soprattutto, ai quali le educatrici non intendono rinunciare. Ricordiamo che la professionalità delle educatrici rappresenta un prezioso bagaglio di competenze acquisite grazie al loro costante impegno e aggiornamento».
Qual è l’utilità di cambiare un servizio che funziona ed ha sempre funzionato? Si chiedono i Cobas: «E come se non bastasse viene eliminata la volontarietà dell’adesione al servizio estivo, anche questa una conquista frutto di importanti lotte portate avanti negli anni scorsi delle lavoratrici. Il personale ha espresso chiaramente nell’assemblea del 17 maggio di voler mantenere l’attuale assetto, già frutto di una mediazione di due anni fa e quindi non disponibile a subire ulteriori peggioramenti».
Secondo l’A.L. Cobas questa posizione va sindacalmente mantenuta con forza e senza cedimenti: «Di fronte alla rigidità della controparte non basta l’indizione di una conferenza stampa, occorre convocare urgentemente una nuova assemblea e decidere con le lavoratrici come agire, senza escludere la proclamazione dello stato di agitazione con avvio delle procedure di conciliazione in Prefettura».
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