“In Pronto soccorso a Gallarate situazione difficile: poco personale e una struttura inadeguata”
L'ultimo episodio non ha coinvolto direttamente gli operatori ma è avvenuto davanti alla porta del PS. Il segretario provinciale della Fials Santo Salvatore analizza i principali punti deboli della situazione
L’ultimo episodio, avvenuto alle 23.40 dello scorso 24 agosto, non ha coinvolto gli operatori del Pronto soccorso ma è successo davanti alla sua porta d’ingresso, nel cortile interno dell’ospedale Sant’Antonio di Gallarate. Si è trattato di un cittadino marocchino che era stato accompagnato in PS dai carabinieri perchè in evidente stato di alterazione e forse di abuso alcolico. Prima di entrare, l’uomo si è messo a discutere con i militari. Il confronto è degenerato quando ha estratto un coltello: a quel punto i carabinieri hanno deciso di trarlo in arresto con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
La notte scorsa, dunque, il personale sanitario non è stato esposto in prima persona ma solo per la presenza dei carabinieri. IL tema delle aggressioni in pronto soccorso, diffuso sul tutto territorio nazionale, ha alcuni precedenti proprio al Sant’Antonio anche a causa, sostiene Santo Salvatore segretario provinciale della Fials, della sua configurazione strutturale: « Non esiste triage o uno spazio di accoglienza strutturato – sottolinea il sindacalista – c’è un progetto di ristrutturazione che dovrebbe superare questi limiti. La barriera del vetro all’ingresso non è certamente un fattore positivo».
Per Santo Salvatore, però, la criticità maggiore risiede nelle carenze organizzative del pronto soccorso così come di gran parte della sanità pubblica alle prese con organici pesantemente sottodimensionati: « Stiamo registrano tantissime dimissioni a fronte di concorsi che vanno quasi deserti. In Valle Olona abbiamo una graduatoria di soli 175 infermieri. Chi lavora in condizioni di elevato stress è portato ad andarsene verso situazioni più favorevoli. Abbiamo la vicina Svizzera che spesso accoglie il nostro personale. Assistiamo a una guerra tra poveri: gli ospedali sottraggono infermieri alle strutture residenziali per anziani che rimangono scoperte. Il problema, però, è che questo personale non è abituato a lavorare in emergenza, nell’acuzie, così non sempre i problemi si risolvono. Manca una vera capacità strategica organizzativa, un disegno di efficienza che permetta di ottimizzare il lavoro coinvolgendo le diverse figure del comparto, compresi gli OSS. È evidente che il Pronto soccorso è il luogo dove le criticità assumono contorni più esasperati: la mancanza di personale costringe ad attese anche lunghe, 4 o 5 ore se va bene. Non tutti accettano di buon grado, c’è chi va in escandescenze e a rimetterci sono gli operatori. Andrebbe quantomeno migliorata l’accoglienza degli utenti che arrivano in PS proprio per evitare situazione potenzialmente critiche».
Tre anni fa l’Asst Valle Olona aveva coinvolto i City Angels nella formazione del personale per l’autodifesa, lezioni di “wilding”, una tecnica di approccio alle situazioni critiche adottata dai City Angels. Al personale vengono forniti gli strumenti fisici e psicologici per sedare sul nascere qualsiasi occasione di contrasto.
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