Sabato 1 ottobre a Gallarate sarà posata la terza pietra d’inciampo, in ricordo di Lotte Froehlich

La donna ebrea – gallaratese d’adozione – è stata assassinata nella “strage di Meina” il 22 settembre 1943. Nello stesso weekend ci sarà la commemorazione a Meina

pietra d'inciampo Lotte Froehlich. gallarate ottobre 2022

Rinviata dall’amministrazione Cassani di due settimane perché sarebbe avvenuta in «periodo elettorale», sabato 1 ottobre verrà posata la terza pietra d’inciampo di Gallarate: Lotte Froëhlich verrà ricordata dalla pietra d’inciampo in piazza Garibaldi, accanto all’imbocco di via Turati, alle 10.30.

Le pietre d’inciampo sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, per fare memoria delle vittime del nazifascismo con un “segno” dentro alle città e alle comunità. Ogni pietra viene posta in strada di fronte alla casa luogo dove viveva una vittima e riporta il nome e il giorno in cui è stata deportata e uccisa.

Lotte Froëhlich, la maestra ebrea

Nata nel 1904 a Oppeln, città della Slesia allora tedesca, Lotte Froëhlich era figlia di Max Froëhlich e Jeanne Wertheimer. 
Sposatasi con l’avvocato, scrittore e storico Mario Mazzucchelli, si trasferì a Gallarate nella Casa di famiglia, in piazza Garibaldi. 
Il 13 settembre si recò insieme al marito dall’amico Alberto Behar, cittadino turco proprietario dell’Hotel Meina, sul Lago Maggiore, forse per preparare una fuga nella Svizzera neutrale.

Il 15 irruppero nell’albergo le SS del Primo Battaglione SS del secondo Reggimento della Divisione Corazzata Leinbstandarte Adolf Hitler, proveniente da Verona, incaricate di occupare la zona che conduceva al confine svizzero e forse anche di intercettare gli ebrei allontanatisi da Milano. Riconosciuta come ebrea dal cognome della madre, dopo una settimana di prigionia, nella notte del 22 settembre fu assassinata tra Meina e Arona: fu la prima ad essere selezionata nel primo gruppo di quattro persone che fu portato via dall’hotel e che venne eliminato a colpi di pistola.

Come per altre quindici persone, il suo corpo venne gettato nel lago.
 Nei due giorni precedenti il marito cercò invano di salvarla, rivolgendosi anche ai vescovi di Milano e di Torino. Mazzucchelli testimoniò poi nel processo del 1968 contro gli esecutori delle “stragi del Lago Maggiore”, che portò a tre ergastoli (poi annullati per prescrizione).
 Al cimitero di Gallarate una lapide riporta la dedicazione “alla dolce e soave memoria di Lotte Mazzucchelli Froëhlich, atrocemente sacrificata a un mito nefando”.

Tre “pietre d’inciampo” per le vittime del nazifascismo a Gallarate

Le tre pietre d’inciampo a Gallarate

Le sezioni cittadine dell’Associazione Mazziniana Italiana e dell’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, hanno lavorato insieme per tre anni per arrivare alla posa delle pietre in memoria di Vittorio Arconti, Clara Pirani Cardosi e Lotte Froëhlich. Tre persone legate a Gallarate, uccise per le loro idee o perché di origini ebraiche.

Anche Clara Pirani Cardosi era una insegnante, nonché moglie del preside del liceo: abitavano in via del Popolo, dove c’è il teatro. Fu denunciata da un vicino di casa, funzionario della Questura e morì ad Auschwitz nel 1944. La pietra che ricorda la sua terribile storia di ottusa, fredda burocrazia, quella dei funzionari dello Stato fascista e poi – dal 1943 – della (illegittima) Repubblica Sociale Italiana è stata posata a maggio proprio nelle vicinanze del Teatro del Popolo. 

Un po’ diversa la storia di Vittorio Arconti, deportato e assassinato per le sue idee politiche contrarie al regime: ad aprile la pietra con inciso il suo nome è stata posata in via Mameli, vicino alla ferrovia, dove abitavano i fratelli Arconti. Vittorio fu deportato per aver organizzato uno sciopero come resistenza al fascismo e per chiedere la fine della guerra.

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com

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Pubblicato il 23 Settembre 2022
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