Cazzago Brabbia
Cazzago Brabbia rende omaggio ai pescatori, gli “uomini invisibili”
Appuntamento domenica 16 ottobre alle 15 al Lago di Piazza. Verrà presentato il libro “Il secolo breve della Cooperativa dei Pescatori del Lago di Varese” di Amerigo Giorgetti
Un momento di festa e di riflessione dedicato alla storia della “gente di lago” che ha vissuto, e riempito di significato, il “paesaggio culturale” del lago di Varese, attraversando a bordo del barchetto le sue acque. È questo il senso dell’iniziativa che si svolgerà domenica 16 ottobre alle ore 15 al Lago di Piazza (in caso di maltempo presso l’oratorio del paese).
Si vuole rendere omaggio ai pescatori che da sempre, con umiltà, dignità e libertà, sono capaci di vivere in sintonia profonda e assoluta con l’ambiente, di comprenderne e rispettarne gli equilibri delicati, nascosti eppure vitali.
Uomini che non si vedono nei giorni di festa, qualcuno li ha definiti “invisibili”: non amano il rumore, parlano poco, forse per non svelare i loro segreti o forse perché nel silenzio il loro dialogo con ciò che li circonda è più vivo ed intenso.
Uomini che si orientano sul lago conoscendo a memoria ogni singolo punto, sull’acqua e sul fondo, e che ad ogni singolo luogo danno un nome o meglio un soprannome. Eppure non hanno navigatori o altre diavolerie moderne.
Pescatori si è fino all’ultimo giorno della propria vita e, chissà, forse anche dopo. (Il Negus nella foto di Armando Bottelli, da Cazzago Brabbia News)
L’iniziativa vuole dunque essere un omaggio a loro, da parte di coloro che non sono gli eredi, ma umilmente sperano di poterne essere i Custodi, come si legge nella premessa di Giancarlo Giorgetti al volume che verrà presentato, “Il secolo breve della Cooperativa dei Pescatori del Lago di Varese” , di Amerigo Giorgetti con un contributo specifico di Tiziana Zanetti e le fotografie di Mauro Zanetti, edito da Mimesis..
Senza dimenticare che la storia della Cooperativa sfiora e a volte si intreccia con quella dei paesi rivieraschi, con quella di Varese, ma anche di Milano, incontrando personaggi inaspettati che hanno frequentato il lago, che lo hanno amato oppure disprezzato. Non è una storia facile vista da dentro e ancora meno lo è vista da fuori.
Ma lo sforzo di comprensione che oggi viene chiesto a tutti, indistintamente, come Custodi appunto del nostro patrimonio culturale, è quello di ascoltare, conoscere ciò che è stato per orientare le nostre scelte e accrescere la nostra consapevolezza verso una sua effettiva e rispettosa difesa.
Una difesa che deve partire dalla storia, quella testimoniata nei preziosi archivi pubblici e privati che la conservano, nelle immagini che hanno documentato istanti preziosi, sguardi, mani che lavorano, luoghi che non ci sono più o che hanno perso la loro funzione “vitale”. Una difesa che deve guardare alla tradizione evitando che si interrompa nella sua trasmissione, con uno sguardo verso il passato ma anche un impegno verso il futuro. Tutto questo è scritto anche nello Statuto della Cooperativa di recente rinnovato.
Non mancherà il ricordo di chi si è impegnato per difendere la salute del lago in tempi nei quali la tutela ambientale non era cosa scontata e il loro coraggio ha reso pubblico e manifesto un problema che non riguardava solo i pescatori ma l’intera comunità.