Dirigente e ragazzi del Tosi di Busto sono appena rientrati da Seul: “Una tragedia difficile da comprendere”
La preside Amanda Ferrario e tre studenti sono stati in Corea del Sud ospiti di una trasmissione televisiva per promuovere le bellezze e la cultura di un paese che non è solo "k-pop". L'incontro ha permesso di conoscere un popolo educato, rispettoso e tranquillo

(le foto sono della dirigente Amanda Ferrario)
Sono rientrati venerdì notte, 28 ottobre, la dirigente Amanda Ferrario e tre studenti dell’Ite Tosi di Busto Arsizio dal viaggio in Corea del Sud: « Abbiamo saputo della terribile tragedia e non riusciamo a crederci – commenta la dirigente Ferrario – Il popolo della Corea del Sud è fantastico, educato, rispettoso, gentile. Quando ti muovi per la strada hai sempre la sensazione di ordine, perché tutti osservano le regole. Così anche nelle file per prendere il bus o entrare al museo, o quando camminano nella strade affollate o attraversano la strada. Sicuramente è stato un evento imprevedibile a scatenare il panico».
Le immagini che passano in televisione stridono fortemente con quelle che Amanda Ferrario e i tre studenti dell’Ite Tosi si sono portati a casa dopo una settimana trascorsa in quel paese: « È stata un’esperienza molto intensa ed entusiasmante – spiega la preside – I nostri ragazzi hanno vissuto per una settimana con una troupe televisiva sudcoreana. Stanno lavorando a un programma in cui gli studenti provenienti da ogni parte del mondo incontrano il paese, le sue tradizioni, la cultura, il cibo. Un modo per andare oltre la cultura “K-pop” che sta spopolando tra le giovani generazioni, per presentare le molte altre sfaccettature di questo paese. Il documentario sarà trasmesso a dicembre».

Il gruppo dell’Ite Tosi è stata accolto in aeroporto dal team televisivo e accompagnato, per una settimana, in diverse parti del paese: « Siamo stati nella capitale, ma i ragazzi sono anche stati ospiti di una comunità di monaci e con loro hanno praticato la meditazione ma anche la preparazione fisica. Hanno approfondito il rapporto di questi monaci con il cibo: la sacralità di ogni pietanza che non va mai sprecata. Un insegnamento che sicuramente li ha colpiti molto. Poi hanno trascorso un giorno intero in una scuola superiore: hanno dormito all’interno del collage, insieme agli studenti e vissuto con loro una giornata normale. La scuola offre attività fino alle 23, le più disparate. Ci sono spazi immensi, con un’offerta che spazia dallo sport, alla musica, al teatro fino all’astronomia con un telescopio, oltre alle materie di base. I ragazzi, tra i 14 e i 18 anni, imparano presto a diventare autonomi, a cavarsela, a confrontarsi con gli altri. L’istruzione è gratuita e vivere al college è davvero alla portata di tutti. Per questo molti giovani decidono di vivere all’interno della scuola, per poter avere tutte le opportunità».

I ricordi della bellissima esperienza oggi restano offuscati dalle immagini tremende che la televisione mostra: «Davvero non capisco come sia stato possibile. È vero che in quella parte di Seul ci sono dei veri e propri budelli. Noi ci siamo stati, abbiamo girato, e non abbiamo mai avuto la sensazione di essere oppressi. Abbiamo solo immagini di una società educata, rispettosa, tranquilla. Per noi è stata una grande lezione di civiltà. Non so proprio comprendere questa tragedia».
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