La colonna mobile provinciale a supporto di una famiglia ucraina durante l’esercitazione a Brinzio
Durante le varie attività previste è arrivata la richiesta dalla centrale regionale che ha organizzato il trasporto di una coppia di profughi ucraini da Milano al nord della provincia
Dal 19 al 20 novembre la Colonna Mobile Provinciale si è cimentata in attività addestrative con l’impiego complessivo di oltre 60 volontari. I moduli della Logistica, Telecomunicazioni, Segreteria hanno fornito supporto ai volontari dell’ANA (Associazione Nazionale Alpini) nel comune di Brinzio testando le capacità di integrazione nei diversi scenari di intervento.
È stata un’importante occasione per pianificare e organizzare volutamente in tempi molto ristretti, tra i vari referenti della CMP-VA con i funzionari del Settore Protezione Civile, svolgendo diversi incontri operativi al fine di fornire il corretto equilibrio tra esigenze e risorse disponibili, al pari di un intervento di protezione civile nel quale viene richiesta una risposta rapida e pronta alle richieste di aiuto del territorio. L’importante intervento di prevenzione nel territorio svolto da ANA, con l’impiego di quasi un centinaio di volontari alpini, ha consentito a CMP-VA (Colonna Mobile Provinciale di Varese) di testare il livello di reazione e l’integrazione in una organizzazione già strutturata e ben collaudata negli anni come quella dell’Associazione Nazionale Alpini.
Contestualmente è stato fornito supporto ad una coppia di profughi ucraini che da Milano era necessario trasferire a nord del territorio provinciale. Dalla chiamata da parte della Sala Operativa di Regione Lombardia (SORL) all’attivazione della squadra di volontari, al carico e trasporto dei profughi con andata e ritorno grazie al coordinamento dei funzionari provinciali in costante contatto, l’intera operazione si è svolta in poco più di tre ore.
Domenica 20 novembre, invece, ha visto la CMP-VA svolgere l’importante fase di addestramento nello smontaggio e movimentazione di una tensostruttura reticolare di 240 mq che, nella strutturazione dei campi di accoglienza, viene utilizzata come sala mensa. Quattro camion, alcuni con le gru, e diversi muletti di sollevamento sono stati necessari per: smontare diverse tonnellate di tubi-pali-travi-pilastri di acciaio, piegare qualche centinaio di metri quadrati di pesanti teli in PVC e adagiarli su qualche decina di bancali. Infine, numerose cassette di bulloni-spinotti- tiranti, scatole di cavi e lampade di illuminazione, sono stati smontati in singole parti e rialloggiate perché l’intera struttura possa essere rimontata all’occorrenza.
«Il lavoro di squadra non si improvvisa durante una fase emergenziale. I Comuni chiedono agli enti superiori di fare rete per supportarli nei progetti, noi siamo convinti che in un settore altamente specializzato come la protezione civile, i volontari debbano essere costantemente a contatto, giorno dopo giorno, addestramento dopo addestramento alzando un centimetro alla volta l’asticella delle difficoltà in un confronto continuo, ma sempre nel rispetto delle funzioni e dei ruoli che il Sistema della protezione civile assegna anche alle componenti della società civile qual è, ad esempio, il volontariato. Questa “macchina” del soccorso funziona bene se l’intero meccanismo si addestra costantemente. Tutto questo non si può pensare di improvvisarlo al momento dell’emergenza» – ha messo in evidenza Alberto Barcaro, Consigliere delegato alla Protezione Civile.
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