James Taylor ed il suo cane
Un disco rilassato sui piaceri della casa e della natura

Se andate a guardare le discografie di James Taylor con i voti a ciascun album vi accorgerete che per la maggioranza dei critici questo quarto disco di James Taylor fu un flop dopo due ottimi lavori. Cos’era successo? Semplicemente che il nostro aveva scelto di provare strade diverse, e siccome in questa rubrica vi è sempre simpatia per chi non si ripete dopo il successo lo includo più che volentieri. One man dog è un disco strano, molto “laid back”, come dicono gli americani per indicare quei dischi rilassati come quelli di J.J. Cale. Contiene addirittura 18 pezzi, molti dei quali solo degli accenni o dei riempitivi tanto che qualcuno disse che, memore dei suoi trascorsi Apple, aveva voluto emulare la seconda facciata di Abbey Road. Oltre ai suoi fidati musicisti, si era circondato di altri amici, tra i quali John McLaughlin, i fratelli Brecker, Linda Rondstadt, Carole King e sua moglie Carly Simon. Vendette molto bene anche perché conteneva “Don’t let me be lonely tonight” e direi che tutto sommato, anche se non è un capolavoro, val la pena di rivalutarlo.
Curiosità: James Taylor volle registrare il disco nella sua casa nei boschi, cosa non proprio semplicissima all’epoca. E visto che era lì e ce l’aveva sotto mano, decise di usare anche come strumento una motosega, fissandola su una velocità che desse un Mi: la potete sentire in Little David.
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