All’ospedale di Gallarate non si effettuano interruzioni di gravidanza: una situazione denunciata già 10 anni fa
L'articolo del settimanale Espresso annovera anche il Sant'Antonio tra i 5 presidi lombardi dove i medici sono tutti obiettori. Già nel 2013 l'allora vicepresidente della Lombardia Valmaggi aveva sollevato il problema
L’ospedale di Gallarate è tra i presidi lombardi citati dal settimanale l’Espresso perché ha tutti medici obiettori e non viene effettuata l’interruzione della gravidanza. L’articolo trae spunto dalla diffida formale presentata da due candidate alle prossime elezioni regionali Giulia Crivellini e Vittoria Loffi del Partito Radicale
Per la verità, la notizia non è nuova. Già dieci anni fa, il sant’Antonio, ai tempi presidio principale dell’Azienda ospedaliera di Gallarate, non aveva nessun medico e l’interruzione veniva affidata a medici professionisti gettonisti. Era stata Sara Valmaggi, allora vicepresidente del Consiglio regionale a evidenziare come, negli ospedali pubblici lombardi, il rispetto della legge sull’aborto era affidato a un ridotto numero di specialisti. L’indagine da parte del PD venne ripetuta nel 2015 ottenendo identici risultati.
Oggi la situazione non è cambiata di molto: l’ospedale di Gallarate, però, rientra nell’Asst Valle Olona che ha concentrato nel presidio di Busto l’attività di interruzione grazie alla presenza di tre ginecologi non obiettori su 11 specialisti.
Nell’altra azienda ospedaliera, l’asst Sette Laghi, l’attività di interruzione è assicurata prevalentemente nei presidi di Cittiglio e di Tradate per una mera organizzazione operativa e non per un problema di obiezione, dato che l’equipe, diretta dal professor Fabio Ghezzi, è la stessa e opera in tutti i presidi aziendali. A Varese si prendono in carico solo i casi con maggiore complessità.
Nel 2013 la vicepresidente Valmaggi chiedeva di intervenire per portare al 50% la presenza di specialisti obiettori nei reparti. Una richiesta che non è stata soddisfatta.
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