Bassa l’adesione in provincia allo sciopero dei benzinai: “Gli impianti a gestione diretta sono rimasti aperti”
Lo sciopero nelle parole di Massimo Sassi, presidente Faib Confesercenti Varese. “il Governo ci ha promesso cambiamenti entro l’8 febbraio: se non sarà così, riproporremo i due giorni di sciopero"

E’ bassa in provincia l’adesione allo sciopero dei benzinai, indetto in tutta Italia contro le ultime decisioni del governo: a confermarlo anche i rappresentanti dei gestori.
«A Varese purtroppo l’adesione è bassa: innanzitutto perché sono rimaste aperte le pompe di benzina a gestione diretta, cioè quelle dove a gestirla ci sono dipendenti della società petrolifera – spiega Massimo Sassi, presidente Faib territoriale Varese Confesercenti Lombardia – a quel punto, anche chi lavora di fianco a loro non se l’è sentita, di lasciare alle società cosi tanto campo libero. Noi però siamo anche in concorrenza con la Svizzera, chi abita dalle nostre parti sa dove trovare benzina, nel caso. Siamo in una situazione molto diversa da, chessò, la Liguria, dove il prefetto ha dovuto precettare il 40% dei benzinai perché l’adesione si avvicinava alla totalità degli impianti».
Uno sciopero ridotto che ha creato anche qualche malumore: «Qualcuno si è lamentato anche per avere accettato un giorno di sciopero in meno. Io però non sono contrario: il Governo ha dato segno finalmente di ascoltarci e gli abbiamo dato questa possibilità di trattativa, che va ovviamente verificata. Ci hanno promesso cambiamenti entro l’8 febbraio: se non sarà così, riproporremo i due giorni di sciopero».
Intanto, c’è chi è rimasto a serbatoi vuoti anche in provincia, per “l’effetto scorta”: «Si, e non pensi che sia un bene. Significa che lo Stato ha guadagnato quel che doveva guadagnare lo stesso ieri, ma che le pompe rimaste a secco non verranno rifornite prima di dopodomani. Alla fine non è un vantaggio, ma un disagio per noi».
Sulla Trattativa, Sassi precisa: «Diciamo che il Governo si è messo la mano sulla coscienza – ha spiegato – Ha innanzitutto diminuito la sanzione per la mancata comunicazione dei prezzi a una cifra che va da un minimo di 200 a un massimo di 800. Prima era da un minimo di 500 a un massimo di 6000. Una sanzione folle per un piccolo gestore, che ha margini risicatissimi di guadagno. Noi chiediamo anche di non mettere un’ulteriore cartellonistica per i prezzi medi, farebbe solo confusione: meglio comunicarlo con un app. Inoltre, noi siamo tenuti a comunicare il nostro prezzo ogni settimana, anche se il prezzo è lo stesso: e le sanzioni ci sono state anche per una semplice mancata comunicazione, anche se il prezzo era giusto. Noi chiediamo invece di poterlo comunicare solo quando cambia, per non gravare l’impegno sui piccoli benzinai. Oggi pomeriggio abbiamo una manifestazione a Roma, attendiamo ulteriori sviluppi».
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