C’è un albero per ogni uomo che ha scelto il bene: anche Calogero Marrone è nel giardino dei Giusti
L'articolo che è valso una menzione speciale al lavoro della classe III A Liceo M.L. King, Indirizzo Scienze umane, di Favara, comune di nascita di Calogero Marrone, nel concorso organizzato dall'Istituto Calogero Marrone

“C’è un albero per ogni uomo che ha scelto il bene”. È questa la frase che accoglie i visitatori che decidono di entrare nel Giardino dei Giusti di Tutto il Mondo di Milano, situato nel Parco Monte Stella, quartiere QT8. All’interno della Montagna de San Sir– così come è chiamato il Parco Stella dai milanesi- in quei 370.000 metri quadrati, si trova un lungo viale alberato denominato proprio “Viale dei Giusti”. Qui, su una collinetta artificiale creata dalle macerie provocate dai bombardamenti degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale sono stati piantati, dal 2003 in poi, alberi di Prunus Avium accompagnati da un cippo di granito sul quale viene inciso un nome. E non un nome qualsiasi. Bensì il nome di un Giusto Tra le Nazioni, figure esemplari di uomini che hanno messo a rischio la loro vita durante la Shoah ma- in senso più universale- tutti coloro i quali, con le loro azioni concrete, si sono opposti a qualsiasi forma di genocidio.
Sono numerose le storie di salvataggio degli ebrei contro la follia nazista durante la Seconda Guerra Mondiale che sono ancora poco note o addirittura sconosciute. Ma oggi, la storia che vogliamo raccontare è quella di Calogero Marrone, nato a Favara nel 1889, varesino di adozione e morto nel campo di sterminio di Dachau nel 1945, quando stava per sorgere il sole della libertà.
Calogero Marrone che, durante la furia di Hitler, salvò centinaia di ebrei fornendo loro dei documenti falsi, utilizzando il suo ruolo di Capo dell’Ufficio dell’anagrafe di Varese. Il Calogero Marrone raccontato dai giornalisti Franco Giannantoni e Ibio Paolucci, i quali hanno messo nero su bianco la sua storia nel libro “Un eroe dimenticato”, tirandolo così fuori da quell’oblio che non meritava. È proprio per il suo indomito eroismo, fedeltà alla sua ideologia antifascista, difensore della dignità umana e forte nel cuore e nella tempra nell’aiutare gli ebrei a sopravvivere, che nel 2013 la Commissione dei Giusti di Yad Vashem- l’Ente Nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme- ne ha riconosciuto ufficialmente il valore, assegnandogli il titolo di “Giusto tra le Nazioni”. Ogni 6 marzo, quando si celebrerà la Giornata dei Giusti dell’Umanità, manifestazione istituita il 10 maggio 2012 dal Parlamento Europeo, si parlerà anche del favarese Calogero Marrone che diede la sua vita per opporsi alla ferocia del nazismo e dell’antisemitismo, scegliendo di rischiare la sua esistenza poiché credeva in un mondo più Giusto, dove ogni uomo può e deve essere libero.
Guardando ai fatti storici, sembra che effettivamente il mondo abbia conosciuto più Caino che Abele; ma, ad essere “Abele”, ci vuole grande responsabilità. Per questo va raccontata la storia di Calogero Marrone – un Giusto tra le Nazioni -che ha il suo Prunus avium e il ceppo di granito con inciso la sua virtù nei vari giardini che onorano il suo ricordo, dove il suo spirito magnifico riposa ombreggiato.
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