Stile e grande moda in scena alla Varese Design Week

Mario Boselli, imprenditore tessile già presidente, per decenni, della Camera Nazionale della Moda e ora Presidente dell' Italy China Council e Carlo Rampazzi, architetto, designer, artista hanno riempito gli spazi dell'università con i loro leggendari racconti

Generico 20 Mar 2023

Pochi potevano essere più qualificati dei relatori che gli organizzatori della Varese Design Week hanno chiamato per parlare di “Il Bello Ben Fatto” in uno dei principali incontri della settimana nell’Aula Magna dell’Università dell’Insubria.

Ospiti speciali  della conferenza erano infatti due leggende del design e della moda: innanzitutto Mario Boselli, imprenditore tessile già presidente, per decenni, della Camera Nazionale della Moda e ora Presidente dell’ Italy China Council Foundation. Per  una persona come lui, che in Cina ci è andato oltre 150 volte, è chiaro il ruolo del grande paese asiatico nell’economia del Paese: «L’Italia oggi non può fare a meno della Cina” racconta Boselli “io ci vado dal 1978  r in questi 45 anni ho visto la Cina cambiare radicalmente. Lì hanno distrutto intere generazioni di imprese e lavoratori. Non si rispettavano norme né di tipo ecologico, né sociale. Pensavano solo alla crescita, senza pensare all’etica. Negli anni però le cose sono cambiate, perché hanno cominciato ad avere le Regole e Norme ed a rispettarle. È aumentato il tenore di vita e si sono inurbati. Il consumo non è stato più solo interno, ma anche di importazione, sempre più raffinati ed importanti, compresi il Made in France e Made in Italy, che sono gli unici a fare Vera Moda di qualità. Oggi la Cina consuma dal 30% al 50% dei Big Name della moda Italiana, tutta. I brand più importanti, ma anche, nei momenti in cui possono arrivare qui come turisti, anche la piccola media impresa italiana».

Per Boselli: «Le cose devono durare. L’obsolescenza di un arredo è sicuramente diversa da quella di un abito, ma il primo contributo alla sostenibilità è proprio quello di fare durare le cose e anche gli abiti – ha spiegato Boselli – Riciclare le cose per me è averne rispetto. Se qualcosa è fatto bene, non ha senso buttare ciò che dentro ha un’anima ed una sua storia. In questo dobbiamo imparare dai Giapponesi, che insegnano il congedo dalle cose, anche materiali, con un ringraziamento. Grazie per essere stato con me».

Il secondo “ospite speciale” è stato Carlo Rampazzi, architetto, designer, artista, che realizza oggetti iconici con un solo mantra  “non deve diventare di serie” definito da Nicoletta Romano come un “designer di haute couture, perché crea pezzi unici”. E cosi è successo con il portamela di Hermes, pezzo unico straordinario e citato in rete, da lui ispirato e disegnato, nato a causa di una dieta. «15 anni fa dovevo fare una dieta e al termine di ogni pasto dovevo mangiare una mela, che avevo sempre in tasca. E che mi dava fastidio – Racconta Rampazzi – Entrando da Hermès ho chiesto se avevano un porta mela. In negozio sono impazziti per capire se lo avessero. Ovviamente non c’era. Sono uscito e ho raccontato ad un’amica questa vicenda: lei mi ha detto “disegna cosa intendi”. Un anno dopo sono stata con lei da Hermès a Parigi e mi ha chiesto di quel famoso porta mela, per divertirsi insieme a me. Parliamo con il direttore, che mi porta all’ultimo piano, dai creativi e mi porge l’astuccio portamela, che avevano creato per me ed è rimasto un pezzo unico, perché ho chiesto che non fosse replicato. Abbiamo tutti bisogno di qualcosa che sia eterno, cosa che noi non siamo, qualcosa da tramandare: questo scandisce il mio lavoro, di ricerca e personalizzazione, per creare qualcosa che porti con sé la storia»

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Marzo 2023
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