La storia del nome Picasso e il significato dei cognomi comuni in provincia di Varese

Un viaggio attraverso i cognomi partendo da quello di Picasso. Di Giuseppe Geneletti

Generico 03 Apr 2023

I cognomi sono un tema affascinante. Ce li portiamo addosso tutta la vita e rappresentano il filo con cui colleghiamo il passato al futuro. Ho incontrato persone con cognomi inusuali come Giuratrabocchetti, Scaccabarozzi, Paternoster e Guastadisegni e mi sono spesso chiesto quale ne fosse il significato originale e da quali luoghi provenissero. Nel nostro Paese, i cognomi sono a volte lunghi (Mairvongrasspeinten, con 19 lettere detiene il record in Italia) e a volte corti, come Re e Bo; sono diffusi (Giuseppe Russo, e non Mario, è la firma più comune). I cognomi oggi sono oltre 350’000, frutto di un’evoluzione storica molto interessante, che parte da Roma. I romani distinguevano le persone libere con 3 nomi: il praenomen, il nostro nome attuale; il nomen, più importante, che distingueva la famiglia (gens) d’appartenenza; il cognomen, una sorta di soprannome per distinguere le famiglie che si riferivano ad uno stesso ceppo. Con la caduta dell’Impero Romano ogni persona ritorna ad essere individuata con il solo nome personale di battesimo. Ma tra il X e l’XI secolo a causa della crescita della popolazione, divenne sempre più difficile distinguere un individuo da un altro. Nacque così il cognome moderno, che poteva essere originato dal nome paterno o materno, da un soprannome, dalla nazione o dalla località di provenienza, dal mestiere o dalla professione. All’inizio l’uso dei cognomi è limitato alle famiglie ricche. In seguito al Concilio di Trento del 1564, si sancisce l’obbligo per i parroci di tenere un registro ordinato dei battesimi con nome e cognome, per evitare matrimoni tra consanguinei. Il soprannome, o secondo nome, diventa ereditario. Fonte: https://www.cognomix.it/origine.php.

La storia del nome di Picasso. A proposito di cognomi è interessante il caso del più famoso pittore del XX secolo, di cui ricorre oggi il cinquantenario della morte. Nella tipica moda andalusa, Picasso fu battezzato con una lunga serie di nomi: Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno Crispín Crispiniano María de los Remedios de la Santísima Trinidad Ruiz Picasso. Ognuna di queste aveva un significato particolare. Fu chiamato Pablo dal nome dello zio paterno Canon Pablo (Ruiz Picasso), morto nel 1878; Diego come il nonno paterno, Diego Ruiz y Almoguera, e suo zio maggiore, Diego Ruiz Blasco; José come suo padre, José Ruiz Blasco; Francisco de Paula dal nonno materno Francisco de Paula Picasso Guardeño; Juan Nepomuceno dal nome del suo padrino, un cugino, Juan Nepomuceno Blasco Barroso; Crispín Crispiniano dai due santi calzolai la cui festa è il 25 ottobre, giorno della nascita di Picasso; María de los Remedios nome della sua madrina, anche lei una cugina, María de los Remedios Alarcón Herrera; de la Santísima Trinidad che significa “della Santissima Trinità”; e, infine, Ruiz Picasso. Da giovane nel paese di A Coruña (1891–94), il giovane Picasso era conosciuto come Pablo Ruiz e firmò i suoi primi dipinti P. Ruiz. Successivamente, a Barcellona e Madrid (1895–98), usò P. Ruiz Picasso; all’inizio del secolo, lo aveva abbreviato in P.R. Picasso. Una volta a Parigi, ha usato P.R. Picasso per dipinti e disegni, e il nome Ruiz per i cartoni animati che presentava alle riviste francesi, ma alla fine del 1901 adottò definitivamente Picasso come sua firma. Il cognome Picasso è tipicamente ligure, del genovese in particolare. È 3° nel comune di AVEGNO (GE) vicino a Sori, a metà strada tra Nervi e Recco, sulla riviera ligure di levante immediatamente a est di Genova, il paese dal quale è partito il nonno di Picasso e da cui lui ha preso il cognome. Dovrebbe derivare da un soprannome legato ad un mestiere svolto con il piccone. Nel dialetto ligure il picassìn è lo scalpellino o tagliapietre.

A Sori, in via sant’Erasmo 25, nell’antico carruggio della Sori vecchia, nacque e visse il bisnonno di Pablo Picasso. Delle sue origini liguri era già convinto lo stesso Pablo Picasso che nel 1954 fece personalmente una ricerca a Sori, Recco e Avegno. Ma solo negli anni ’80 il parroco di Sori, don Michele Repetto, ha scoperto nell’archivio parrocchiale l’atto originale di nascita dell’antenato Tommaso Picasso, dei suoi fratelli e delle sue sorelle. Documenti che nel 1994 furono messi al centro di una documentata e vasta ricerca sulla famiglia Picasso ordinata dalla municipalità di Malaga pubblicata in un volume nel 1997. Artefice della ricerca fu lo storico Rafael Inglada di Malaga, grande studioso del pittore, che visitò a lungo l’archivio parrocchiale di Sori. Grazie a questi documenti originali resi noti da Rafael Inglada , si apprese che Tommaso Picasso nacque a Sori nel 1787, figlio di Giovanni Battista, anch’egli sorese e di Isabella Musante, nata a Genova-Quinto. Nel 1807 Tommaso, lasciò la famiglia, che nel frattempo si era trasferita a Genova ed emigrò in Spagna, a Malaga. In Spagna Tommaso Picasso sposò Maria Luisa Guardeno, da cui ebbe un figlio, Francisco, nato nel 1825. Francisco sposò Ines Lopez Robles, figlia di ricchi possidenti terrieri. Dalla loro unione nascono cinque figli, tra cui Maria, la futura madre di Pablo Picasso. Maria Picasso Lopez si sposò nel 1880 con Josè Luis Blasco. Dal loro matrimonio nacquero Concepcion, Dolores e, appunto, Pablo Picasso.

I cognomi della provincia di Varese. Come abbiamo visto nel caso di Picasso, studiare i cognomi è come viaggiare nel tempo per capire gli intrecci che ci ri-collegano al presente. Il sito cognomix.it ci aiuta ad andare alla scoperta del significato di alcuni dei cognomi più diffusi della nostra provincia.

Bianchi, 1° a Varese e 2° in provincia. Deriva dal vocabolo bianco usato come soprannome derivante da una caratteristica fisica (i capelli, il colore della carnagione) o da una caratteristica ambientale (case bianche), o ancora da un toponimo. In seguito, ha acquisito anche il significato di simbolo di purezza inteso come qualità morali e spirituali. I Bianchi di Firenze risalgono almeno al 1000 e nel 1200 sono inseriti fra le casate nobili consolari, cioè la classe di ricchi e potenti feudatari più aristocratica di Firenze. Il casato Bianchi di Milano dovrebbe provenire da Bologna, il capostipite sembra sia stato Ugolino Bianchi, che nel 1390 Gian Galeazzo Visconti nominò Maresciallo del Ducato di Milano. Bianchi è diffuso in tutto il territorio nazionale.

Rossi, 4° in provincia. L’origine di questo cognome è da ritenersi legata alla caratteristica della colorazione dei capelli o della carnagione della famiglia originaria. La diffusione dei capelli rossi nelle popolazioni celtiche preromane era notevole e anche presso i latini si trovano molti personaggi con i capelli di questo colore, uno per tutti il famosissimo Silla, celebre antagonista del pluri-console romano Mario. Nelle antiche credenze popolari i capelli rossi simboleggiavano inoltre un carattere capriccioso e impulsivo, ma anche creatività e ingegno. Rossi è il cognome più diffuso in Italia, è quindi assolutamente panitaliano con maggiore concentrazione al centro-nord.

Macchi, 3° in provincia e 1° a Samarate. Dovrebbe derivare dal latino Maccus (nel teatro di Plauto era la maschera del ghiottone stolto). Un’altra ipotesi lo lega al celtico makos, “bosco” oppure dall’aferesi di nomi medioevali come Burlamacco. Si ipotizza anche un legame con un soprannome originato dalla forza fisica del capostipite oppure dalla sua bonarietà.

Castiglioni, 5° in provincia. Dovrebbe derivare da toponimi come, ad esempio, Castiglione d’Adda (LO), Castiglione d’Asti (AT), Castiglione d’Intelvi (CO), Castiglione Olona (VA), Castiglione Chiavarese (GE), Castiglione Mantovano (MN), ecc. Nel 1000, nel varesotto si trova tra gli altri il casato nobiliare dei Castiglioni che si fregiavano del titolo di Capitani di Castiglione Olona e che nel secolo successivo erano tra le più nobili famiglie del Seprio. Nel 1300 a Casciago (VA) si ha la nobile e influente famiglia Castiglioni tra le più abbienti e potenti; nel 1400 c’è un Branda Castiglioni Vescovo di Como, creato Cardinale nel 1411 dall’antipapa Giovanni XXIII, a Berbenno, in Valtellina. Castiglioni è presente in tutto il centro nord.

Bossi, 1° a Bodio Lomnago. Potrebbe derivare dal nome alto medioevale Boso (dal latino Bosius, Bosio) legato al germanico bos, “avverso, ostile”, oppure da boxus, bosso, “bosco” e quindi legato alle caratteristiche della vegetazione della località d’origine. Le tracce del cognome sono antichissime. Nell’Archivio Capitolare di S. Vittore a Varese, è conservato un atto di compravendita risalente al giugno 1173, con il quale Stefano Corbella e Lanfranco Bossi de Aciate (Azzate, VA) vendono una vigna.

Mentasti, 5° nel comune di Varese. Potrebbe derivare da soprannomi legati alle caratteristiche della località di provenienza, ricca di erba menta, o dalla tipologia del terreno o anche dall’attività del capostipite produttore ad esempio di formaggio di tipo mentasto cioè prodotto con erba menta. Personaggi di rilievo sono stati nella seconda metà del 1700 il varesino Luigi Mentasti ed il figlio Giovanni produttori di rinomatissimi organi. Mentasti è specifico di Varese, dove se ne hanno tracce almeno dal 1300.

Colombo, 1° a Busto Arsizio. Potrebbe derivare dal nome tardo latino Columbus, da un capostipite dedito all’allevamento dei colombi (un tempo molto intenso), ma anche da soprannomi legati a toponimi quali: Colombano (RO) o San Colombano (MI) o altri simili. All’Ospedale Maggiore di Milano fino al 1825 si usava attribuire questo cognome ai trovatelli ospitati nell’orfanotrofio in quanto la colomba era presente nel simbolo dell’ospedale stesso. Colombo è panitaliano anche se è maggiormente presente al centro nord ed in particolare nella provincia di Milano.

Crespi, 8° nella provincia. Deriva da soprannomi legati a toponimi quali Crespi d’Adda (BG), o a caratteristiche somatiche, quali il tipo di capelli. Nel 1550 si trova un Pietro Antonio Crespi, nativo di Busto Arsizio, che venne ordinato sacerdote dall’Arcivescovo Carlo Borromeo mentre nel 1600 un notaio di nome Francesco Crespi de Roberti e un nobile avvocato Gabriele Crespi. Pittore famoso, grande protagonista della pittura milanese, fu Daniele Crespi, detto il Raffaello Lombardo.
Crespi è tipicamente milanese, molto diffuso a Busto Arsizio (VA).

Carcano, 6° a Varese. Dovrebbe derivare dal toponimo Carcano (CO) che nel 1928 è stato accorpato in Albavilla, assieme al paese di Villa. I Carcano sono una famiglia di nobiltà antichissima, già nel 899 si ha Andrea da Carcano Arcivescovo di Milano, nella seconda metà del 900 viene nominato Bonizo Carcano, dall’imperatore Ottone I, a guidare la città di Milano, nel 978 diventa Arcivescovo di Milano Landolfo da Carcano.

Broggini, 4° a Castronno. Deriva dall’aferesi (rimozione) del nome Ambrogio, o anche da relazioni di provenienza riferite a uno dei molti paesi italiani dedicati a Sant’Ambrogio.

Ambrosetti, 5° a Carnago. Deriva da variazioni dialettali dal nome Ambrosius che ha origine greca e significa “immortale”. La diffusione in tutta Italia del cognome si deve anche al culto di Sant’Ambrogio, vescovo e protettore della città di Milano.

Ferrario, 6° in provincia. Dovrebbe derivare da soprannomi legati al mestiere di fabbro (dal latino faber ferrarius, “fabbro ferraio”) o di lavorante all’estrazione o alla fusione del ferro. Ferrario è assolutamente lombardo.

Bernasconi, 1° a Malnate. Potrebbe derivare dai toponimi Bernasca (nel comasco) o Bernate (CO), (MI), (PV), ma non si esclude una derivazione da alterazioni del nome proprio Bernardo. Bernasconi è tipicamente lombardo.

Mazzucchelli, 1° a Besnate. Deriva dal nome medioevale Mazuchellus che potrebbe discendere a sua volta da Mazuchis indicativo familiare medioevale. Si hanno tracce di questo cognome già in atti notarili risalenti al 1100: nella biblioteca comunale di Bergamo si trova un atto del notaio Mazuchellus Simone fu Aliprando, di borgo Trezzo risalente al 1272.

Ossola, 1° a Gavirate. Dovrebbe derivare dal toponimo della Val d’Ossola ed indicare il luogo di provenienza del capostipite. Ossola è presente soprattutto nelle province di Varese e di Torino.

Tamborini, 1°a Ternate. Dovrebbe derivare da un soprannome legato alla funzione di tamburino nell’esercito o ad episodi connessi con l’uso del tamburo. Tracce di queste cognomizzazioni si trovano ad esempio nel processo criminale contro gli untori del 1630 a Milano dove viene citato un certo Michel Tamborino. Tamborini è specifico del milanese e varesotto.

Cattaneo, 7° in Lombardia. Deriva da soprannomi legati al tardo latino capitaneus, “capitano, comandante” e si attesta fin dal XII secolo. Vari atti antichi riportano tracce di queste casate.
Cattaneo è tipico del Centro-nord.

I cognomi sono una traccia importante dell’evoluzione storica nella creazione di un legame tra passato e presente. Studiarne i significati e le origini può aiutare a comprendere le radici della propria famiglia e della propria cultura, costruendo un ponte tra le generazioni e valorizzando la propria identità storica.

“Ho tanti conoscenti che fanno Coso di nome e Quello là di cognome ma non chiedetemi come sono in viso che non posso ricordarmi tutto”, Pao_Lost, Twitter.

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Pubblicato il 07 Aprile 2023
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