Rimossi i rifiuti dal campeggio di Azzate, ora controlli sul terreno
Due sentenze del Tar individuano i responsabili della mancata rimozione dei rifiuti. L'avvocato: "Le sentenze non fanno altro che rafforzare quanto sostenuto da sempre dalla proprietà"

L’area che ospitava l’ex campeggio di Azzate è tornata “pulita”. Niente più rifiuti, niente più detriti. La nuova proprietà ha rimosso tutto, con un lavoro durato alcuni mesi e con un costo altissimo, quasi due milioni di euro.
Un passaggio fondamentale, quello della rimozione delle tonnellate di resti delle casette e delle roulotte, perché il progetto che prevede la realizzazione di un “glamping”, un campeggio con tende e bungalow moderni e di lusso e una azienda agricola, prenda il via. Un’idea nata dall’imprenditore Ivano Panzeri, e dai suoi soci, che davvero cambierà l’aspetto di quella zona in riva al Lago di Varese.
A dare impulso alla realizzazione dell’opera sono arrivate due sentenze del Tar che, di fatto, individuano i responsabili della mancata rimozione dei rifiuti.
L’incarico di provvedere al trasporto ed al conferimento di parte dei rifiuti prodotti a seguito dell’abbattimento dei manufatti abusivi era stata affidata prima a Prisma srl; dopo la demolizione e l’abbandono dei rifiuti, Prisma e il curatore fallimentare avevano dato l’incarico a Cam .
«La conferma dei provvedimenti amministrativi contro il fallimento, la conferma del provvedimento amministrativo nella parte sulla rimozione in capo a Prisma e l’annullamento dei provvedimenti amministrativi contro Cam non fanno altro che rafforzare quanto da sempre sostenuto dalla proprietà – spiega l’avvocato di Panzeri, Simone Faccio – Nella prima fase dell’esecuzione dei lavori, i responsabili o non hanno controllato o hanno individuato malamente il soggetto che si sarebbe dovuto occupare della rimozione dei rifiuti. L’ordine di rimozione e trattamento dei resti delle casette impartito dal sindaco di Azzate doveva essere rivolto a colui che ha violato il divieto di abbandono rifiuti, ovvero la Prisma. Ecco perché il Tar ha annullato i provvedimenti nei confronti di Cam. Certo si tratta di una sentenza di primo grado: le parti potrebbero fare ricorso, ma al momento la situazione è questa».
Intanto l’opera di bonifica del campeggio è conclusa: i mezzi stanno ancora lavorando ma l’area è quasi del tutto libera. «I resti sono stati smaltiti in impianti di mezza Europa – spiega ancora l’avvocato Faccio – Tutto, trasporto e smaltimento, strettamente controllato dai carabinieri. La parte più difficile sarà ottenere il rimborso di quanto ci è dovuto per la bonifica che è stata tutta a carico nostro,ma noi non demordiamo. Il prossimo passaggio sarà il sopralluogo da parte di Arpa che dovrà verificare che il terreno non sia stato contaminato dai rifiuti, così da procedere alla rimozione della parte più superficiale del terreno».
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