La voce di pazienti e famiglie per l’ospedale di Gallarate. “Non riguarda solo la città”
Giovedì sera la manifestazione per il Sant'Antonio Abate. Il fisiatra ed ex primario è il referente delle associazioni, prime promotrici. "Non hanno ragion d’essere bandiere e rivendicazioni di paternità". La mancanza di risposte sanitarie sta pesando su tutto un territorio
«Se a qualcuno non è caduta una tegola in testa, non si rende conto di cosa sta succedendo», dice il dottor Francesco Zaro, fisiatra, ex primario dell’ospedale di Gallarate. La metafora è chiara: finché non si ha a che fare con un problema serio, difficile cogliere in pieno le difficoltà che stanno investendo il Sant’Antonio Abate.
Zaro oggi è un punto di riferimento di alcune associazioni di assistenza a malati e famiglie, che giovedì 8 giugno saranno in piazza – a sera, da piazza Giovine Italia – per una manifestazione in difesa dell’ospedale. «L’intento è portare la voce e le esigenze delle persone disabili e delle loro famiglie, come già avevamo fatto a dicembre del 2021».
Allora la crisi riguardava soprattutto i servizi di riabilitazione e gli ambulatori, un problema che toccava – appunto – chi era già stato colpito Ma oggi la difficoltà non è più limitata solo ai più fragili, che sono i primi a soffrire, ma si è allargata anche al tema delle cure anche per gli acuti».
E in effetti è forse proprio questo ultimo elemento che ha cambiato un po’ la percezione: l’annuncio della chiusura (poi “congelata“) della cardiologia ha fatto comprendere a molti la criticità della situazione. Con una mobilitazione che sta crescendo, a Gallarate e non solo: «A nostro avviso si deve andare oltre la sola città, anche oltre il solo Gallaratese: tra le associazioni promotrici ci sono anche realtà di Varese, perché c’è una dimensione che è almeno provinciale, anche perché chi non trova risposte di cura a Gallarate si rivolge agli ospedali circostanti» continua Zaro.
Rimane, al fondo, una mobilitazione guidata dalle associazioni: «Non hanno ragion d’essere bandiere e rivendicazioni di paternità: si porta il bisogno di una intera comunità, a partire dai più fragili» chiarisce il dottor Zaro. Che rilancia anche l’impegno proprio delle sigle della società civile: «L’idea di andare oltre la sola manifestazione e sviluppare una progettualità nell’assistenza: è quasi una provocazione, di fronte alla assenza che vediamo nelle risposte».
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