“L’educazione e la generosità dei bambini di Cayambe in Ecuador mi hanno toccato il cuore”
Il racconto di Jacopo che è partito da Malnate per una esperienza di volontariato nella Fondazione Arcangel a Cayambe in Ecuador. Passerà un mese nel centro per bambini della zona rurale
È iniziato tutto nel momento in cui tra le mie mani capita “Le coordinate della felicità”. Questo libro, scritto da Gianluca Gotto, narra delle avventure dell’autore, iniziate a 19 anni con un viaggio lavorativo in Australia. Sempre più attratto dall’esperienza all’estero, ho deciso di conciliare questa volontà con la possibilità di dedicarmi ad un attività di volontariato.

Tutto ciò mi dà coraggio e decido di partire, il 21 giugno, verso Cayambe, una città situata al centro dell’Ecuador e distante circa un’ora di macchina dalla capitale, Quito. Inizialmente sono stato accolto da Daniela, una signora estremamente disponibile che ha deciso di prendersi cura di me per i primi giorni. Terminato questo periodo ho cambiato casa: la località rimane la stessa, Ayora, a meno di un paio di minuti dalla vecchia abitazione.
L’inizio è stato difficile. Se con Daniela potevo permettermi conversazioni in Italiano, in questo momento non ho modo di comunicare se non con lo spagnolo, lingua a me completamente estranea. Nonostante ciò, percepisco un enorme supporto da parte della mia famiglia ospitante: Ivan, ex presidente di Ayora, e Veronica, maestra della Fondazione Arcangel della quale farò presto conoscenza. I due mi aiutano scandendo lentamente le parole in ogni dialogo e spiegandomi la cultura, usi e costumi del luogo.
Lunedì scorso è stato il mio primo giorno al Centro. Di primo impatto rimango incredulo. L’educazione e la generosità mostrata da questi bambini mi tocca profondamente. Nonostante faccia molta fatica a comunicare, loro non esitano ad offrirmi abbracci, caramelle o un aiuto nella pulizia dell’aula. Sorridono quando non capisco cosa dicono, mi chiedono un disegno, un aiuto in matematica o a colorare. Tutto ciò mi destabilizza, facendomi dimenticare per un momento le condizioni difficili che molti di loro vivono a casa.

È venerdì. Sono passati i primi giorni. Ho conosciuto gli operatori, le volontarie del centro e ho avuto tempo di parlare, giocare e sorridere con tutti i ragazzi della mia classe. Ho percepito il loro affetto, la loro tristezza e tanto altro.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Cattivik su Per dieci giorni a Varese chiusa via Ca' Bassa, la strada tra via Peschiera e Cantello
GrandeFratello su Massimo Da Rin a 360 gradi: "Serve più cinismo sotto porta e con l'uomo in più. Lavoriamo su tanti aspetti per migliorare"
principe.rosso su L’estrema destra in piazza a Gallarate contro l’immigrazione: “Gallarate è nostra e ci appartiene”
Felice su Urbanistica e PGT, nuovo scontro tra Police e la Maggioranza sul nuovo supermercato a Cassano Magnago
Emilio Corrao su Balli e abbracci: il flash mob di Cocquio Trevisago per dire “no“ alla violenza di genere
principe.rosso su Gallarate "capitale" della remigrazione: il comitato di estrema destra annuncia un presidio in città










Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.