“Superpremi ai manager della sanità per aver depotenziato gli ospedali pubblici”
La riflessione di un paziente davanti ai premi concessi ai direttori delle aziende ospedaliere e sanitarie lombarde a fronte delle difficoltà quotidiane degli ospedali

Gent.le Alessandra Toni,
qualche giorno dopo aver letto la notizia dei compensi extra attribuiti ai “manager” delle varie ASST ed ATS sulla base dei risultati ottenuti sento il bisogno di esprimere qualche considerazione.
40 punti su 100 attribuiti ai piani vaccinali (quasi metà del pacchetto!), 20 alle riduzioni delle liste d’attesa (sorrido), 15 sul cronoprogramma dell’edilizia sanitaria, 10 per il potenziamento dell’ADI e 10 per il coinvolgimento del MMG (ri-sorrido): sarebbe stato interessante far votare gli interessati sul reale raggiungimento di questi obiettivi (pazienti, medici, infermieri, OSS…).
Mi pare evidente, ancora una volta, che la Regione (che li ha nominati) ed i vari direttori (già adeguatamente retribuiti, ricordiamolo), facciano parte di un sistema che ha portato negli anni, con le varie riforme, ad un progressivo depotenziamento dell’offerta di salute da parte della sanità pubblica, sia per quanto concerne gli ospedali sia per quanto concerne la medicina territoriale.
Altro che presunta concorrenza con il privato: questa organizzazione ha portato ad un grande sviluppo di quest’ultimo (e credo che si andrà sempre più verso una privatizzazione anche delle attività ambulatoriali e delle prestazioni non salvavita: non ultime, le attività previste nelle Case di Comunità, per ora malinconicamente vuote, anche se inaugurate per evidenti esigenze propagandistiche).
Io, da paziente, continuo a trovare che i tempi di attesa per quasi tutte le prestazioni sanitarie siano ormai scandalosamente oltre il ragionevole e sempre di più, il privato invece sia in grado di risolvere i miei problemi di salute (finchè le possibilità economiche lo consentono).
Va detto che le cause di questa pericolosa evoluzione non ricadono solo nella gestione dei suddetti “manager”: vanno considerate anche la mancanza di forza lavoro (per programmazioni clamorosamente sbagliate degli accessi universitari) e la concorrenza della vicina Svizzera che offre retribuzioni molto allettanti (ma non mancano i medici che se ne vanno più lontano).
Tuttavia, proprio per questa congiuntura, in un momento in cui ancora ci si chiede come abbiamo superato in Lombardia l’epidemia più disastrosa del dopoguerra (meglio o peggio di altre parti d’Italia o del mondo?), in un momento in cui ancora dovremmo ringraziare i medici e gli infermieri che sono stati gli artefici della resistenza, ecco, proprio ora ritengo che i circa 100.000 € di extra remunerazione (solo nel Varesotto), andassero distribuiti tra gli infermieri ed i medici che hanno fatto molto più del loro dovere con straordinari non pagati e con gli stipendi tra i più bassi d’Europa.
Immaginando già le eventuali repliche (il personale è già stato gratificato, ha già avuto le “prestazioni aggiuntive” etc etc la mia controreplica sarà: quisquilie, pinzillacchere cit. Totò), ringrazio per l’attenzione e mi taccio augurandomi ed augurando a tutti buona salute!
Grazie.
Lettera Firmata
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Quindi chi puo finanzialmente viene curato… chi non puo’ aspetti qualche anno ( sempre se riesce a sopravvive ! ).
Condivido: tempi di attesa e carenza di personale, in particolare nei PS, sono autentiche piaghe.
E li premiano pure…