Detenuto prova a fuggire durante una visita medica in ospedale a Busto Arsizio, ferito un agente
Un detenuto ha provato a fuggire durante una visita in ospedale a Busto Arsizio. È stato catturato e ha minacciato gli agenti di ritorsioni
Tenta la fuga durante una visita medica, viene ri-acciuffato ma ferisce un agente. È quanto successo mercoledì mattina all’ospedale di Busto Arsizio quando un detenuto accompagnato nella struttura sanitaria per alcune visite ha cercato di evadere. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
«Questa mattina mentre si trovava all’ospedale per essere sottoposto a visita programmata -spiega Alfonso Greco, segretario SAPPE per la Lombardia- un detenuto di origine marocchina di 33 anni ha cercato di evadere. Nel tentativo, ha scaraventato a terra uno dei tre poliziotti di scorta, rimasto ferito con prognosi da verificare. Bloccato dagli altri due colleghi, ha minacciato gli stessi di ritorsioni una volta uscito dal carcere per avergli impedito la fuga. Poi rientrato in istituto sbeffeggiava il personale per ciò che aveva compiuto».
Secondo quanto si è ricostruito l’uomo avrebbe dovuto sottoporsi a due visite. Dopo la prima, ancora ammanettato, ha provato a fuggire a piedi. All’agente ferito è stata riscontrata una contusione al ginocchio che richiederà 10 giorni per guarire. Una situazione simile si è verificata anche nel luglio scorso.
«Non ci sono più parole per descrivere le gravi condizioni di disagio lavorativo in cui versa la Polizia Penitenziaria -denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE-. Le quotidiane grida d’allarme del SAPPE continuano a rimanere incredibilmente inascoltate dai preposti vertici istituzionali: solo proclami e belle parole, ma, di concreto, il nulla. Queste sono violenze annunciate. Quel che è accaduto a Busto Arsizio testimonia una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti dei penitenziari e l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenza, che anche in carcere continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità».
La struttura di Busto Arsizio in questo senso vive una situazione molto delicata. Ad oggi sono ristrette 430 persone a fronte di una capienza di circa 150. Nelle settimane scorse si sono registrati anche due morti avvenuti nello stesso giorno: un detenuto che si è tolto la vita e un altro che ha avuto un infarto.
Due morti nello stesso giorno, in carcere a Busto Arsizio. Un dramma senza fine
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