L’Italia: un nome, una storia, un’identità unica

La storia del nome Italia ci svela la complessità storica e culturale della creazione della nostra identità nazionale. Ecco qual è la sua derivazione

Bandiera italiana

In questi giorni, l’India ha attirato l’attenzione internazionale per una decisione di portata simbolica ma significativa: affiancare sempre più spesso il nome “India” al suo equivalente indiano, “Bharat”. Questa scelta ha destato curiosità sulle radici storiche e culturali di un paese così diversificato. Allo stesso tempo ci interroga su noi stessi. La storia del nome Italia ci svela la complessità storica e culturale della creazione della nostra identità nazionale.

Come il nostro nome ci viene dato dai nostri genitori (reali, presunti o sedicenti), così il nome dei luoghi, soprattutto quelli definiti dalla geografia politica, è dato spesso da chi viene da fuori, “scopre”, cioè invade e conquista, oppure estende il suo perimetro di influenza, abbracciando progressivamente territori adiacenti. Prendiamo alcuni esempi per aiutarci a comprendere meglio queste dinamiche.

Brasile, dai portoghesi
Quello che oggi chiamiamo Brasile, veniva chiamato Pindorama, dal popolo dei Tupi-Guarani. Quando gli esploratori portoghesi arrivarono all’inizio del XVI secolo, chiamarono la terra “Ilha de Vera Cruz” (Isola della Vera Croce) in riferimento alla data del loro arrivo, il 22 aprile 1500, che era la festa cristiana della Vera Croce. Successivamente, il nome fu cambiato in “Terra de Santa Cruz” (Terra della Santa Croce) e alla fine divenne “Brasil” dal nome dell’albero Pau-Brasil, che era molto apprezzato per la sua tintura rossa. Il paese divenne noto come “Brasile” dopo che il prezioso legno divenne un’importante esportazione e giocò un ruolo significativo nella prima colonizzazione portoghese della regione.

Canada, dai francesi
A volte i nomi sono un’evoluzione, anche casuale, di nomi originali. È il caso di “Canada”, dalla parola Kanata (=villaggio), usata dagli Uroni e Irochesi. Nel 1535 l’esploratore Jacques Cartier fraintendone il significato, la attribuì ad una larga parte di quello che è oggi il Quebec. Quando nel 1867 fu dichiarato il Dominio del Canada, i rappresentanti delle provincie e territori considerarono varie opzioni. Nella lista c’erano Albertsland e Victorialand, proposti in onore della regina Vittoria e del suo defunto marito; Borealia, latino per “nord”, un nome ispirato all’aurora boreale; Hochelaga, che deriva dalla parola irochese che significa “sentiero del castoro”; Mesoplagia, usato per descrivere la “terra tra i mari”; Norland, Cabotia, Superior e persino l’acronimo EFISGA, che stava per Inghilterra, Francia, Scozia, Irlanda, Germania e Aborigeni. Alla fine, prevalse Canada, che era già in uso, ed era anche semplice e corto.

India, dagli inglesi
L’articolo 1 della sua Costituzione usa i due nomi in modo intercambiabile: “L’India, cioè Bharat, sarà un’unione di Stati”. Il nome ‘Bharat’ ha radici nella letteratura puranica e nell’epopea del Mahabharata. I Purana, testi sacri indù scritti in sanscrito, descrivono Bharata come la terra tra il “mare a sud e la dimora della neve a nord”. Catherine Clémentin-Ojha, una scienziata sociale, ha spiegato che “Bharata” si riferisce a un’entità religiosa e socio-culturale piuttosto che politica o geografica. Bharata è anche il nome del leggendario antico re, antenato della tribù Rig Vedic e progenitore di tutti i popoli del subcontinente. Il nome “India” sembra derivare da “Hindu”, una forma persiana del sanscrito “Sindhu”, che è entrata in uso con la conquista persiana achemenide della valle dell’Indo nel VI secolo a.C. Successivamente il suffisso “stan” venne aggiunto per creare “Hindustan”. I Greci, che avevano appreso il termine “Hind” dagli achemenidi, lo translitterarono come “Indus”. Verso il XVI secolo, il nome “Hindustan” venne usato per descrivere l’intero bacino Indo-Gangetico. In seguito, a partire dal XVIII secolo, i cartografi britannici, preferirono l’etimologia greca e iniziarono a utilizzare sempre più il nome “India”, e “Hindustan” perse la sua associazione con tutto il Sud-Asia.

Nella Costituzione indiana, sia “Bharat” che “India” furono inclusi. Durante i dibattiti dell’Assemblea Costituente nel 1949, ci fu un dibattito sul nome da utilizzare per l’Unione. Alcuni membri erano contrari all’uso del nome “India”, che vedevano come un ricordo del passato coloniale. Ad esempio, Hargovind Pant, rappresentante dei distretti collinari delle Province Unite, argomentò: “Per quanto riguarda la parola “India”, i deputati sembrano nutrire, e in realtà non riesco a capire perché, un certo attaccamento ad essa. Dobbiamo sapere che questo nome è stato dato al nostro Paese da stranieri che, avendo sentito parlare delle ricchezze di questa terra, ne furono tentati e ci avevano derubato della nostra libertà per acquisire la ricchezza del nostro Paese. Se, anche ora, ci aggrappassimo alla parola “India”, dimostreremmo solo che non ci vergogniamo di avere questa parola offensiva che ci è stata imposta da governanti stranieri”. Ma alla fine dei dibattiti, furono entrambi mantenuti nella Costituzione.

Italia, dai greci e dai romani.
L’Italia, nel suo attuale stato unitario, è una nazione relativamente giovane, fondata nel 1861. Tuttavia, le sue radici storiche affondano molto più indietro nel tempo. Il nome “Italia” ha origini antiche e la sua etimologia è un argomento di studio e discussione per gli storici e gli studiosi di lingue da secoli. Il nome deriva dal vocabolo Italói, termine con il quale i greci designavano i Vituli (o Viteli), una popolazione che abitava nella punta estrema della nostra penisola, la regione a sud dell’odierna Catanzaro, i quali adoravano il simulacro di un vitello (vitulus, in latino). Il nome significa cioè “abitanti della terra dei vitelli”.

La colonizzazione greca, iniziata nell’VIII secolo a.C. nella parte insulare e meridionale della penisola, portò alla fondazione di città da Agrigento a Messina, e da Reggio a Napoli e Taranto, aprendo relazioni commerciali con gli abitanti nelle terre a nord. I greci chiamavano queste regioni con il nome di Esperia, terra di occidente, oppure Enotria, terra del vino e degli Enotri, gli antichi abitanti stanziali tra l’Appenino meridionale e il Tirreno. Fino all’inizio del V secolo a. C., con Italia si indicò solo la Calabria, in un secondo tempo il nome fu esteso a tutta la parte meridionale del Paese. Furono i romani ad adottare il nome per tutta la penisola. Nel secolo III, dopo le vittorie riportate dai romani contro i Sanniti e contro Pirro, si estese la denominazione fino al Magra e al Rubicone. Nel 49 a.C., quando anche alla Gallia Cisalpina furono concessi i diritti di cittadinanza romana, anche le regioni settentrionali presero il nome di Italia. Tali confini vennero ulteriormente dilatati con la riforma amministrativa di Augusto (27 d. C.) che li portò a ovest al fiume Varo (presso Nizza) e a est al fiume Arsa, in Istria.

Come fa notare la Treccani, tuttavia, la nozione di Italia ha avuto vicissitudini non trascurabili fin dall’inizio. Diocleziano estese l’unione amministrativa alle 3 isole, Sicilia, Sardegna e Corsica (!), che avevano formato fino ad allora provincia a sé, creando la diocesi italiciana. “È curioso notare come la suddivisione della diocesi italiciana in annonaria e urbicaria (la prima corrispondente circa all’Italia settentrionale con la Rezia, la seconda all’Italia centrale e meridionale con le isole, e rette rispettivamente dal vicarius Italiae residente a Milano, e dal vicarius Urbis residente in Roma) fece sì che nello stesso momento in cui la designazione Italia in senso lato abbracciava anche le isole, d’altra parte, in senso più ristretto veniva a escludere non solo le isole stesse, ma anche tutta o quasi l’Italia peninsulare”.

Particolarmente tormentate sono le vicende del nome nei secoli VI-XII. Non era riuscito ai Goti di sostituire al sacro nome Italia quello di Gothia, ma sotto la dominazione longobarda, dopo un certo periodo, in cui i due nomi d’Italia e Longobardia vennero usati indifferentemente, il termine Langobardia finì col prevalere, ma sempre riferito alla regione sottoposta ai nuovi dominatori. La nozione Italia ritorna prevalente dal secolo XIII, suggellata da Dante, che, oltre a delimitare i confini della nazione con assoluta precisione geografica, riconosce l’unità linguistica, storica e culturale dei suoi abitanti, cioè l’unità nazionale dell’Italia.

“Dagli Enotri cólta, prima Enotria nomossi: or, com’è fama, preso d’Italo il nome, Italia è detta”, Virgilio, Eneide.

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Pubblicato il 09 Settembre 2023
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