Lavoro nero al centro massaggi, tre donne denunciate a Ponte Chiasso
Tra le irregolarità contestate dagli agenti della Questura di Como, in particolare la clandestinità della ragazza cinese addetta ai massaggi

Continua l’opera di monitoraggio sugli esercizi pubblici delle forze dell’ordine del Comasco. La Divisione Amministrativa e di Sicurezza della Questura ha denunciato all’Autorità Giudiziaria tre donne di nazionalità cinese.
Il provvedimento a seguito di un controllo avvenuto nella mattinata del 19 ottobre all’interno di un centro massaggi cinese a Como in Località Ponte Chiasso. L’indagine, volta a verificare la correttezza degli adempimenti amministrativi e a contrastare il “lavoro nero”, ha riguardato in primis l’autorizzazione comunale, S.C.I.A. (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), regolarmente presente e, in seguito, è stata estesa anche alle donne che erano impiegate all’interno dei locali. Le verifiche condotte hanno permesso di accertare come la titolare dell’esercizio pubblico, non presente sul posto, fosse una donna cinese residente nel milanese, la quale aveva concesso in gestione i locali ad un’altra connazionale con mansione di receptionist e cassiera.
In particolare, uno degli agenti – dopo essersi presentato al centro fingendosi un normale cliente – è stato accolto da una prima donna che lo ha fatto accomodare in una stanza destinata al massaggio, in attesa che una ragazza più giovane, già impegnata con altro cliente, potesse effettuare la prestazione. A questo punto tutti i poliziotti hanno fatto accesso alla struttura, identificando compiutamente le due donne ed un cliente lì presente. Gli ulteriori accertamenti esperiti hanno permesso di acclarare che la ragazza materialmente impegnata ad effettuare il massaggio era clandestina, quindi senza documenti che potessero dimostrare la sua identità e la sua regolare permanenza in Italia. Di conseguenza, entrambe le cittadine cinesi sono state accompagnate in Questura e deferite all’Autorità giudiziaria: la gerente per aver, in concorso con la titolare dell’autorizzazione al momento del controllo non presente, fatto lavorare alle proprie dipendenze la cittadina clandestina priva del permesso di soggiorno; la massaggiatrice per essersi trattenuta sul territorio nazionale in violazione delle disposizioni del Testo Unico sull’Immigrazione.
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