Alfieri a Castronno: “Nel conflitto in Medio Oriente non serve la tifoseria”
Il senatore del Pd ha raccolto l’invito della lista Progetto in comune per una serata molto partecipata sulla guerra in Palestina. “Stiamo dalla parte della popolazione civile e per una Europa forte che sappia affrontare la crisi”

«Una delle mie esperienze più belle l’ho vissuta nel periodo dell’impegno politico locale a Varese». Il senatore del Pd Alessandro Alfieri ha raccolto l’invito di Giuseppe De Rosa della lista Progetto in comune per una serata a Castronno per parlare della situazione in Medio Oriente.
«Siamo in presenza di una realtà molto complessa – ha esordito il senatore del Pd – crisi storiche che oggi si sviluppano come guerre ibride. Non siamo in presenza di guerre di civiltà. È un territorio molto diviso con posizioni differenti e profonde contraddizioni. Spesso i peggiori nemici della causa palestinesi sono stati gli arabi e i peggiori per gli israeliani sono gli estremisti di destra laica e tradizionalista. In questo scenario è impossibile usare gli schemi della tifoseria».
Dopo un excursus storico dalla Prima guerra mondiale ai giorni nostri Alfieri ha affrontato la situazione di Gaza.
«Nella striscia vivono 2,3 milioni di persone di cui 1,7 sono rifugiati. Hamas e la destra religiosa ebraica si muovono a specchio e non si riconoscono a vicenda. Il 7 ottobre arriva inaspettato in un clima infuocato contro Netanyahu con manifestazioni di cinquecentomila persone in piazza contro la riforma giudiziaria che la destra voleva per salvare il premier. Si è arrivsti così al governo più estremista che metteva massima attenzione alla Cisgiordania lasciando tranquilla Hamas. I terroristi hanno attaccato le zone dove c’era una forte presenza pacifista di persone impegnate per l’integrazione tra i popoli. Hamas spinta dall’Iranha attaccato soprattutto per allontanare gli accordi di Abramo tra Israele e l’Arabia Saudita. In questa area la Cina ancora non ha grande influenza. L’Europa non ha alcun ruolo mentre gli unici che hanno influenza sono gli Stati Uniti. Questi lavorano per evitare l’ingresso nel conflitto da parte di Hezbollah e per far rilasciare gli ostaggi. Come si esce da questa situazione? Oltre agli USA è l’Iran ad aver un ruolo. La situazione a Gaza è allucinante perché Israele sta distruggendo ampie aree e ci sono già stati oltre 15 mila morti. L’Europa deve far sentire la propria voce e trovare una leadership palestinese per riprendere un dialogo. L’unica strada è avere una forza di interposizione finito il conflitto e l’unico leader possibile è Marwan Barghuthi nelle carceri israeliane da vent’anni ed esponente di rilievo di Fatah».
L’ultima parte dell’intervento di Alfieri ha riguardato il ruolo dell’Europa che non può pensare solo agli aspetti economici. «Non ho la verità in tasca e cerco di capire quali mezzi e iniziative possiamo mettere in campo per superare l’attuale drammatica situazione».
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