La dirigente dell’Ite Tosi “messa al rogo” dai Giovani padani di Busto Arsizio: “È Gargamanda”
Anni fa toccò all'ex-presidente della Camera Laura Boldrini (con grandi polemiche) quest'anno tocca alla preside che da 5 anni vieta il rito nella scuola. La replica: “I veri giovani sono altri”

La Gioeubia dei giovani leghisti di Busto Arsizio è tornata a colpire. Dopo il rogo che fece scalpore del fantoccio dell’ex-presidente della Camera Laura Boldrini tocca quest’anno alla dirigente dell’Ite Tosi, Amanda Ferrario, da anni al centro delle polemiche per aver abolito 5 anni fa il tradizionale falò che ogni anno si svolgeva negli spazi della rinomata scuola superiore di viale Stelvio.
I militanti della sezione cittadina ricordano che dal 2020 non si svolge più e ogni anno- scrivono nei cartelli che accompagnano il fantoccio di “Gargamanda” – per una scusa diversa: una conferenza internazionale, la pandemia, l’inquinamento fino al raduno dei puffi e all’invasione aliena.
L’ironia non manca di certo ma sicuramente non si abbonda di politicamente corretto dalle parti di via Culin. Insieme ai cartelli, infatti, è presente un quaderno con l’invito ad aggiungere le “scuse” più fantasiose per giustificare il mancato rispetto di questa tradizione da parte della dirigente scolastica.
L’interessata non ne fa un dramma ma non ha mancato di replicare ai “ragazzi” leghisti sottolineandone la non più verdissima età: “Loro giovani? Me li ricordavo diversi. Forse perché ci sto in mezzo tutto i giorni e posso assicurare che hanno una marcia in più rispetto a loro. Magari potrebbero prendere esempio da chi studia e superare, dopo 5 anni, questo shock della giobia del Tosi”. Per quanto riguarda il fantoccio sottolinea che “forse non è il periodo adatto per scegliere una donna come obiettivo visto il lavoro che si sta facendo a livello educativo per dare un messaggio contro la violenza di genere”. Infine un giudizio qualitativo: “È anche la più brutta che abbia mai visto. Credo che chiunque potesse fare di meglio”.
I giovani leghisti replicano:
“Stessa storia, stesso posto, stessa ideologia vittimista. Se qualche anno fa le polemiche della Boldrini potevano essere giustificate da una non conoscenza delle tradizioni locali in quanto estranee al bagaglio culturale dell’allora protagonista, l’attacco della Preside Ferrario va oltre ogni logica: non solo ci insulta definendoci arroganti, maschilisti e ignoranti, ma addirittura ci accusa di fomentare il femminicidio. Sottolinea l’importanza delle scuole superiori di fare educazione e istruzione, poi però non perde occasione per fare disinformazione e additare quella che è una tradizione locale che con il sessismo non ha nulla a che vedere (vedi le ultime gioeubie con protagonisti Salvini, Fontana, Antonelli e Tovaglieri) come un’occasione di divertimento nel vedere una donna bruciare. Mi auguro che tra tutti i suoi impegni possa trovare 5 minuti del suo tempo per fare un ripasso di storia e del significato di “tradizione”, magari giusto quelli che vorrebbe concedere a noi nel suo ufficio per spiegarci come la gioeubia sia “di cattivo gusto”. Ricordo inoltre alla dirigente Ferrario che, da tradizione, la gioeubia è rappresentata come una figura femminile e che proprio l’ultimo fantoccio bruciato dall’ITE Tosi era una donna. Secondo la sua logica quindi anche le scuole incitano al femminicidio?”.
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