“Le ossa dei Caprotti”, al Maga di Gallarate un pezzo di storia economica dell’Italia
Giuseppe Caprotti ricostruisce la storia di una famiglia che ha attraversato più di due secoli. Regala al lettore i ritratti di donne e di uomini dai sentimenti intensi, passando dall’Italia del fascismo a quella del boom economico

Mercoledì 14 febbraio alle ore 21 Giuseppe Caprotti (nella foto, dal sito) a dialogo con il giornalista Matteo Inzaghi, presenterà il libro “Le ossa dei Caprotti” (Feltrinelli).
L’evento si svolgerà presso il Museo MAGA e sarà possibile prenotare il proprio posto a questo link.
Lombardia, prima metà dell’Ottocento. I Caprotti, proprietari terrieri, si affacciano all’industria del cotone e con le ricchezze presto accumulate si fanno largo nella società dell’epoca. Sono tra i finanziatori della spedizione dei Mille, si spingono fino in Sud America, sostengono gli esploratori che si avventurano nella penisola arabica e nel Corno d’Africa. La culla dei loro affari è la piccola Albiate, in Brianza, dove lo stabilimento tessile dista poche centinaia di metri dalla dimora familiare, ma la sfera dei loro interessi si allarga sempre più. Nutrono ambizioni politiche e aderiscono al Partito repubblicano, una scelta che nel Regno d’Italia può costare cara.
Tra successi e fallimenti, la svolta per la famiglia arriva alla fine degli anni Cinquanta con Rockefeller e la prima catena di supermercati in Italia, che per gli americani è un’avventura economica ma anche un’arma formidabile di propaganda anticomunista. Nel primo supermarket di Milano Rockefeller offre pinne di pescecane, come titola un giornale del tempo: l’abbondanza di prodotti e le prelibatezze esotiche in vendita affascinano gli italiani.
È un successo straordinario e consolida la fortuna della famiglia Caprotti, che nel frattempo ha acquisito la quota di maggioranza dell’azienda. Giuseppe Caprotti ricostruisce la storia di una famiglia che ha attraversato più di due secoli. Regala al lettore i ritratti di donne e di uomini dai sentimenti intensi, passando dall’Italia del fascismo a quella del boom economico. Ma racconta anche l’adolescenza passata in un collegio svizzero, lontano da una Milano violenta e dai rischi di rapimento, e i rancori che avvelenano gli animi tra parenti e travolgono per sempre il sogno di restare uniti “come i moschettieri di Dumas”, fino alla rottura e ai fatti rovinosi che ne sono seguiti, narrati qui attraverso testimonianze e documenti inediti.
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