Dal museo alla piazza: a Visionare gli effetti del masterplan del Grande MAXXI
Più di 450 persone da tutta Italia erano in collegamento streaming per ascoltare i racconti sul primo museo nazionale del contemporaneo d'Italia e sul masterplan che ne traccerà il futuro

Si conferma un evento di portata nazionale l’appuntamento con Visionare 2024, la grande rassegna di incontri organizzata dall’Ordine degli Architetti: i “dialoghi di Architettura” di febbraio, ideati dall’architetto Fulvio Irace – che nella serata di ieri ha partecipato in remoto, a causa di un piccolo infortunio che l’ha costretto a casa – hanno visto in collegamento streaming più di 450 persone, iscritte da tutta Italia, oltre a una cinquantina di persone che hanno partecipato all’incontro in presenza, nelle sale di villa Panza a Varese.
Ospiti della serata erano Margherita Guccione, direttore scientifico del Grande MAXXI, e Mario Avagnina, project manager del Grande MAXXI: che hanno raccontato agli architetti in ascolto i punti salienti del Masterplan studiato per tracciare il futuro dell’istituzione museale romana, la cui sede è stata progettata da Zaha Hadid.
«Il masterplan Grande Maxxi è un intervento che unisce diverse azioni che riguardano tanto la parte fisica del compendio museale, tanto l’aggiornamento della sua missione culturale – Ha spiegato Margherita Guccione ad Elena Brusa Pasquè, presidente dell’Ordine degli Architetti di Varese, per l’occasione co-moderatrice dell’incontro – E’ nato in occasione di alcune opportunità di finanziamenti pubblici, per esempio quelli del PNRR, ed è stato anche occasione per fare un punto della situazione su quello che il Maxxi era diventato, a più di 10 anni dalla sua apertura e di 20 anni dalla sua realizzazione fisica».
Tra gli interventi di nuova costruzione, si presenterà il progetto vincitore del concorso internazionale, realizzato dal gruppo italo-francese guidato da LAN, che prevede la realizzazione di un nuovo edificio multifunzionale, di una nuova piazza e di un parco urbano, che nel progetto iniziale non erano previsti: «Quando Zaha Hadid vinse il concorso, il progetto comprendeva l’attuale edificio del Maxxi piu altri quattro corpi di fabbrica, che erano richiesti dal bando – spiega Mario Avagnina, project manager del Grande MAXXI – Poi per motivi di finanziamenti questi quattro corpi non furono realizzati. Così è venuta fuori al suo posto una piazza, che noi abbiamo fortemente voluto e che è piu vicina al modo nostro di concepire gli spazi urbani. Un’altra serie di spazi è stata poi portata “a verde” quelli su cui interviene uno dei poli del progetto attuale: da un lato l’edificio in più, futuro contenitore di attività future e dall’altro una parte chiamata “green” che deve rispondere al tema della sostenibilità e introduce un parco urbano, utile non solo alle esigenze dell’opera ma anche a quelle della comunità che vive intorno al museo».
Del “nuovo contenitore” parla ancora Margherita Guccione, in questi termini: «Nel masterplan abbiamo previsto un nuovo edificio che occupa un’area che fino a questo momento era stata di risulta, all’interno del quale verranno allocate delle funzioni di alta formazione nelle materie del contemporaneo, di laboratori di restauro del museo – spiega la direttrice – Poi ci sarà un intero piano dedicato ai depositi, dove l’idea del deposito tradizionale è superata dall’ambizione di inventare una nuova modalità di fruizione dell’arte che possa essere quasi on demand: un deposito che possa essere visibile e visitabile, e può sia offrire al pubblico un rapporto diretto con le opere d’arte».

Con il masterplan: «Si vuole completare il perimetro del museo integrando alcune funzioni che proprio l’attività del Maxxi come istituzione ha individuato come fondamentali nell’evoluzione di quel concetto di museo che il Maxxi ha cercato di interpretare fin dall’inizio in modo innovativo – conclude Guccione – Non solo quindi un museo tradizionale, che ha una collezione che conserva ed espone le sue opere, ma anche un luogo attivo di ricerca, di sperimentazione, un luogo di opportunità per la comunità degli artisti, degli architetti, dei creativi. E a questo nuovo edificio si aggiunge il parco, un parco urbano che fa parte di una strategia di rigenerazione che non riguarda solo lo spazio del museo ma l’intero quartiere, e l’idea che lo spazio pubblico che il museo mette a disposizione è sempre piu importante per la vita dell’istituzione stessa».
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