Donazione di Castiglione Olona all’associazione Caos in favore della ricerca genetica nella cura del tumore al seno
Le iniziativa dell'autunno scorso, in occasione del mese rosa, hanno portato a raccogliere fondi che sono stati consegnati alla presidente di Caos Patrini, alla direttrice della Breast Unit Rovera e alla genetista oncologica Tibiletti

Una comunità che si allea per sostenere un’associazione che è al fianco di un servizio indispensabile. La catena di relazioni si chiama “community building” e mira a far crescere un rapporto di fiducia e collaborazione tra chi fa cose e quanti ne usufruiscono.
In questo modo si può leggere la consegna dei fondi raccolti l’autunno scorso a Castiglione Olone con due iniziative promosse dalla Pro Loco e aperte alla cittadinanza con l’intento di devolvere all’associazione Caos presieduta da Adele Patrini che da anni sostiene la Breast Unit diretta dalla professoressa Francesca Rovera.
Questa mattina, nella sala consiliare del comune di Castiglione, è stato ufficialmente consegnato l’assegno che servirà a finanziare i lavori di ricerca genetica per l’elaborazione di terapie sempre più specifiche e sartoriali definite sul DNA dei pazienti.
A ricevere il dono Adele Patrini e la professoressa Rovera, oltre alla dottoressa Tibiletti che è una delle migliori genetiste oncologiche, al servizio della ricerca alla Sette Laghi, nonostante sia ormai in pensione. Presente anche il Presidente della Commissione Welfare Emanuele Monti.
«Oggi sono due gli elementi di grande valore – ha commentato Adele Patrini- la mobilitazione dal basso, condivisa della collettività, in favore del proprio ospedale e la ricerca genetica applicata alla biopsia liquida che potrebbe aprire innumerevoli porte al progresso sia nel campo della diagnosi sia in quello della cura».
Nel corso della mattinata, la professoressa Rovera ha ricordato i numeri ancora importanti della malattia e ha ribadito l’importanza della diagnosi precoce e della terapia tempestiva che riesce a garantire una sopravvivenza a 5 anni ormai nel 95% dei casi.
Da qui la necessità di sostenere sempre l’eccellenza delle cure che l’ospedale sa esprimere, con gesti e iniziative dal basso, in una sorta di patto di alleanza. Una cultura della solidarietà per il bene comune.
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