Il figlio di Umberto Bossi di nuovo nei guai. Riccardo percepiva il reddito di cittadinanza senza averne diritto
La Procura contesta al figlio di primo letto del fondatore della Lega 12 mila euro ricevuti tra il 2020 e il 2023 come contributo all'affitto di una casa dal quale era stato sfrattato nel 2019

Nuovi guai per il figlio del senatur Umberto Bossi. Riccardo, il primogenito del fondatore della Lega, è indagato per truffa ai danni dello Stato per aver beneficiato del reddito di cittadinanza tra il 2020 e il 2023 pur non avendone diritto.
Il reato ipotizzato è falsa attestazione e stabilisce che chiunque al fine di percepire indebitamente il reddito di cittadinanza “rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni”.
L’indagine del sostituto procuratore bustese Nadia Calcaterra nasce da una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate che sta eseguendo ancora verifiche sui percettori di reddito anche se, effettivamente, l’istituto è stato abolito almeno sotto questa forma.
Riccardo Bossi avrebbe percepito una somma di 280 euro al mese come sostegno al pagamento dell’affitto di una casa dalla quale, però, era stato già sfrattato nel 2019 perchè moroso anche se lo sgombero sarebbe avvenuto nel 2022. In tutto avrebbe percepito oltre 12 mila euro senza averne diritto.
Nei giorni scorsi gli è stato notificato il 415 bis, ovvero l’avviso di conclusione indagini, e insieme al suo avvocato Federico Magnante potrà decidere di essere sentito o depositare una memoria entro 20 giorni. Successivamente il fascicolo passerà al giudice per le indagini preliminari che dovrà decidere se dare seguito alla richiesta del pm di rinviare a giudizio o chiedere l’archiviazione del fascicolo.
Per il figlio di primo letto di Umberto Bossi è l’ennesima vicenda che finisce in tribunale. Negli anni scorsi è stato condannato per truffa e insolvenza fraudolenta sia a Busto Arsizio (dove acquistò orologi e monili per oltre 25 mila euro da un noto gioielliere della città senza mai saldare il conto) che a Varese (truffò diversi negozi per migliaia di euro). Venne anche condannato per appropriazione indebita in seguito allo scandalo dell’uso dei fondi pubblici da parte della cerchia del Senatùr.
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