“Le modifiche del Governo al PNRR tagliano il finanziamento all’ospedale unico”
Nel decreto del Governo si dispone un nuovo riparto dei fondi legati al PNRR e a rimetterci è la voce dell'edilizia sanitaria. L'allarme del senatore Alfieri e del consigliere Astuti sul futuro dell'opera annunciata 9 anni fa
Il Governo taglia 1,2 miliardi di euro destinati alla sicurezza ed efficientemento degli ospedali italiani, interventi che potranno essere svolti comunque ma attingendo ad altri fondi disponibili. Quali? Quelli dell’edilizia sanitaria per realizzare nuove strutture che, in Regione Lombardia, vuol dire ospedale unico di Busto e Gallarate.
LA LOMBARDIA OTTERRÀ 220 MILIONI DI EURO IN MENO
L’allarme sul futuro della grande opera di cui si discute da quasi nove anni è lanciato dal senatore del PD Alessandro Alfieri e dal consigliere democratico lombardo Samuele Astuti: « Il Governo ha pubblicato un decreto in cui stabilisce che gli investimenti del Fondo complementare al PNRR destinato al capitolo “Verso un ospedale sicuro e sostenibile” vadano attinti a quelli della legge nr 67 del 1988 che è quella dell’edilizia sanitaria – spiega il senatore Alfieri – In particolare, la Lombardia otterrà 220 milioni in meno ed erano quelli che, in gran parte, erano destinati al presidio di Beata Giuliana (altri 200 milioni arrivano dal bilancio regionale)».
AZZERATA LA PROGRAMMAZIONE REGIONALE
La nuova ripartizione, collegata all’impossibilità di ultimare le opere entro la scadenza del 2026, ha sollevato molte polemiche perchè di fatto, il Governo azzera la programmazione regionale. I governatori hanno chiesto lo stralcio dell’articolo che rimodula la spesa, soprattutto perché ci sono opere già concluse o in stato di avanzamento e che andrebbero pagate con quei fondi ripartiti da tempo: « Il silenzio di regione Lombardia preoccupa – commenta Alfieri – anche alla luce di prese di posizione di governatori della sua stessa area politica».
LA RIMODULAZIONE DEL PNRR HA GIÀ CANCELLATO 414 CASE E 90 OSPEDALI DI COMUNITÀ
Nel luglio scorso, la rivisitazione del PNRR aveva portato a un taglio delle nuove strutture: 414 case di comunità su 1350 in meno, 90 ospedali su 400 e 76 Centrali operative territoriali 600. Il nuovo intervento è dovuto all’impossibilità di arrivare a completare il programma di messa in sicurezza dei presidi sanitari entro la scadenza del 2026.
IL MINISTRO FITTO VALUTERÀ LO STATO DI AVANZAMENTO DELLE OPERE
Il rischio che salti il progetto di Busto/Gallarate è concreto: il Ministro Raffaele Fitto, nel corso di un’audizione alla Camera sull’argomento, ha ammesso la rimodulazione della spesa e ha assicurato che nei prossimi giorni incontrerà il ministro della Salute Schillaci per capire lo stato di avanzamento dei progetti finanziati dal fondo di edilizia sanitaria dove, ha dichiarato, ci sono 2 miliardi di euro non ancora impegnati.
DOPO 9 ANNI IL PROGETTO DELL’OSPEDALE UNICO HA SOLO L’ACCORDO DI PROGRAMMA
Il progetto di Busto e Gallarate è, però, ben lontano dall’essere avviato: «Il punto grave è che, dopo 9 anni, il progetto è ancora in alto mare – afferma Samuele Astuti – ci sono voluti otto anni per la sottoscrizione dell’accordo di programma e nel frattempo i presidi di Gallarate e di Busto hanno sofferto e continuano a essere in difficoltà. Molti sanitari se ne sono andati e i cittadini si rivolgono ad altre asst. È un impoverimento del territorio e a rimetterci sono gli utenti».
“IL GOVERNO HA SCARICATO SULLE REGIONI LA SCELTA TRA NUOVE OPERE O SICUREZZA”
La rimodulazione dei fondi del PNRR, all’origine dello spostamento di denaro, è legato alla scadenza del 2026: gli investimenti che rischiano di non rispettare le tempistiche sono stati spostati su altre linee di intervento meno complessi: « Il Ministro delle Infrastrutture è quello che ha impiegato di meno i fondi – spiega Alfieri – solo il 16%. È oggettivamente complicato rispettare i termini ma intervenire in questo modo, con provvedimenti a tappeto, è inaccettabile. Si sarebbe dovuto intervenire chirurgicamente, avviando un’interlocuzione con gli enti locali, invece questo Governo ha scaricato il problema sulle regioni che ora devono scegliere se continuare i progetti di nuove strutture sanitarie o procedere con la messa in sicurezza ed efficientemento dell’esistente».
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