L’intelligenza artificiale è già nelle imprese e per governarla servono creativi

L'Ai è plastica si può adattare a diverse fasi della produzione e a settori diversi, sia nella manifattura che nei servizi. Un mercato che in Lombardia vale 270 milioni di euro

Economia varie

Nel 2016 il professor Luca Mari nell’auditorium dell’università Liuc di Castellanza in un incontro dedicato alle “frontiere dell’innovazione”, a proposito di Industria 4.0, disse: «Siamo di fronte a un salto antropologico. La convergenza tra materia, energia e informazione genera sistemi di produzione sempre più connessi, accessibili e individuati, quindi interoperabili». 
Dopo 8 anni, in quello stesso auditorium, durante la nona tappa del roadshow di Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, la traiettoria di quel salto antropologico, probabilmente non ancora concluso, è atterrata su Chat Gpt, ovvero sull’intelligenza artificiale e il suo utilizzo nell’impresa.

L’AI È PLASTICA

Considerato che Industria 4.0 è la quarta rivoluzione industriale, otto anni è un tempo velocissimo se paragonato a quelli delle precedenti rivoluzioni industriali. A differenza delle altre, Industria 4.0 è una rivoluzione combinatoria, cioè innescata da più tecnologie di per sé abilitanti ma diverse tra loro, tra cui c’è anche l’intelligenza artificiale. Non si tratta solo di automatizzare processi ma di creare sistemi autonomi in grado di prendere decisioni. Sistemi che possono imparare e migliorarsi. L’intelligenza artificiale è dunque strategica in quanto ci permette di affrontare questa transizione.
Le imprese intervenute all’incontro “Intelligenza artificiale e pmi: esperienze da un futuro presente”, hanno dimostrato quanto sia plastica questa tecnologia. Si può adattare a diverse fasi della produzione e a settori diversi: dalla logistica al marketing, dalla formazione alla creazione di contenuti, passando per la progettazione creativa.

L’IMPORTANZA DEI DATI

L’intelligenza artificiale è bravissima a gestire e analizzare i dati, permettendo un alto livello di personalizzazione e migliorando l’esperienza del prodotto e del servizio.
Secondo lo studio del Digital Innovation Hub Lombardia, disponibile sul sito www.dihlombardia.com, il principale ostacolo alla diffusione delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale per efficientare i processi aziendali, è dovuto alla ancora insufficiente disponibilità di dati strutturati e coerenti in formato digitale e al loro utilizzo che è rimasto di carattere personale: un passaggio fondamentale per abilitare l’utilizzo di questa tecnologiasarà proprio quello di razionalizzare, condividere e rendere interpretabili tutti i dati che vengono generati nei processi produttivi.

LE ESPERIENZE

Massimo Parini, manager del Gruppo Marca che opera nel settore della termoplastica, ha spiegato come è stata utilizzata l’intelligenza artificiale nella formazione aziendale. «Abbiamo addestrato un Bot (un programma per computer progettato per imitare o sostituire le azioni di un essere umano, ndr) sulla wiki aziendale (un sito di pubblicazione per la condivisione e l’aggiornamento di grandi volumi di informazioni di un’organizzazione, ndr) che permette ai nostri collaboratori di accedere in un linguaggio naturale alle istruzioni, procedure e ai manuali aziendali. Inoltre abbiamo implementato un account whatsapp disponibile per i nostri lavoratori, per poter accedere a queste informazioni in ogni momento».
Il gruppo ha implementato altri due progetti, entrambi con Chat Gpt, per l’accesso semplificato all’Erp (Enterprise resource planning) aziendale e per la sintesi delle chiamate aziendali, integrando Chat Gpt con il sistema Voip Asterix.
Nikola Mitrovic e Massimiliano Torregiani dello Studio Volpi, specializzato in design, branding e comunicazione, hanno illustrato i passaggi significativi del nuovo paradigma di interazione tra uomo e macchina e tutti i vantaggi di progettare prodotti e servizi con l’Ai. I nuovi sistemi permettono di essere più rapidi ed efficienti, accedere a nuove idee, personalizzare il prodotto, ridurre i rischi derivanti dall’errore umano, interagire in modo semplificato e validare e ottimizzare in tempi rapidi.
Interessanti le applicazioni dell’Ai nella tutela della biodivesità. «Una delle sfide ambientali più urgenti – ha spiegato Tommaso Tedeschi, responsabile della comunicazione di 3Bee – è la perdita della diversità di specie, varietà genetiche ed ecosistemi presenti sulla terra». L’azienda ha realizzato, in partnership con istituti scientifici e con le necessarie certificazioni, un protocollo di monitoraggio della biodiversità. Nel progetto Spectrum con l’uso di sensori alimentati ad energia solare 3Bee realizza analisi bioacustica per individuare la presenza di impollinatori in campo, mentre nel progetto Flora, tramite analisi satellitari, individua la presenza di biodiversità vegetale in una determinata area.

AI UN VALORE IN CONTINUA CRESCITA

I numeri evidenziati durante l’incontro indicano che il mercato dell’Intelligenza artificiale in Lombardia è in crescita: nel 2022 si attestava intorno ai 120 milioni di euro, nel 2024 si prevede un valore pari a 270 milioni. Complessivamente il mercato digitale lombardo, il primo in Italia, ha superato nel 2022 i 19 miliardi di euro con una crescita del 4% rispetto al 2021.
La percentuale di imprese lombarde con almeno un livello base di digitalizzazione ha raggiunto il 68% nel 2023. Ancora poche le imprese italiane che utilizzano sistemi di intelligenza artificiale, ma il mercato è in forte sviluppo: la percentuale delle piccole imprese italiane si attesta nel 2023 al 4,4%, contro il 24% delle grandi imprese, in calo rispetto ai valori del 2021.

I NUOVI SACERDOTI DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Ora rimane una domanda: chi saranno i nuovi sacerdoti dell’intelligenza artificiale? Quale, tra le varie figure professionali, sarà quella destinata a occuparsi di questa partita? La risposta, ispirata dal ceo di Nvidia Jen-Hsun Huang, è arrivata dall’incontro: «L’informatico non è il candidato ideale. L’intelligenza artificiale richiede creativi».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 27 Marzo 2024
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