Si rifiutò di calpestare gli alamari: a Lonate Pozzolo onore al carabiniere medaglia d’oro Filippo Bonavitacola
Dopo l'armistizio si unì, come fecero molti carabinieri della Legione di Valona, ai partigiani albanesi: fu condannato a morte dai tedeschi
Lonate Pozzolo saluta il carabiniere eroe che si rifiutò di calpestare il simbolo dell’Arma dopo essere stato fatto prigioniero dalle truppe di Hitler: un gesto che gli costò la vita ma che viene riconosciouto ancora oggi con estremo onore, oltre naturalmente alla medaglia d’oro al valor militare attribuitagli dal Governo.
Questa mattina, domenica 10 marzo, al Parco delle Rimembranze (vedi foto presente anche il maggiore Andrea Poletto alla guida della Compagnia di Busto Arsizio) si è tenuta una cerimonia di commemorazione in occasione del 110 anniversario dalla nascita del Carabiniere medaglia d’oro al valore militare alla memoria morto a soli 30 anni, fucilato dai tedeschi nel 1944.
Al momento dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, il carabiniere Filippo Bonavitacola si trovava in Albania, a Berati. Si unì subito, così come fecero molti carabinieri della Legione di Valona, ai partigiani albanesi e con questi combatté, sino a che non fu catturato dai tedeschi ad Elbasan. Destinato ad un campo di concentramento in Germania, riuscì ad evadere e si unì ai partigiani cecoslovacchi. Nuovamente tratto prigioniero, il valoroso carabiniere, per non aver voluto calpestare gli alamari strappatigli dai nazisti, fu condannato a morte dai tedeschi.
La motivazione della Medaglia d’oro al valor militare decretata alla sua memoria ricorda: “Sorpreso dall’ armistizio dell’ 8 settembre 1943 in territorio albanese, si univa ai partigiani nella lotta contro i tedeschi. Catturato e condotto in campo di concentramento tedesco, ne evadeva unendosi ai partigiani russi e slovacchi per continuare la impari lotta. Nuovamente catturato, conscio della propria fine, mantenne durante il processo e la lettura della condanna a morte fierissimo contegno, rincuorando i compagni di prigionia, inneggiando al Re e all’Italia. Al momento dell’esecuzione assestava un forte pugno al capitano tedesco che gli si era avvicinato per bendarlo e, scoprendosi il petto, gridava: «Sparate pure, non temo la morte!». Fulgido esempio di alte virtù militari e di fierezza nazionale”.
Lonate Pozzolo ricorda Filippo Bonavitacola, carabiniere partigiano tra Albania e Slovacchia
I resti di Filippo Bonavitacola poterono essere riportati in Italia soltanto nel dicembre del 1994 e sono stati tumulati nel cimitero di Cassano Irpino, vicino al suo paese natale. Qui gli è stata intitolata una via e la caserma che, a Montella, appunto, ospita la Compagnia carabinieri. Ricordano Bonavitacola anche strade di Roma e di Napoli e una piazza di Cassano.
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