Il progetto Re-Start termina con un confronto tra educatori e imprenditori su giovani e lavoro
Si è svolto un tavolo di confronto per fare il punto sul progetto selezionato da "Con I Bambini" nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile

Domenica 12 maggio sarà ufficialmente l’ultimo giorno lavorativo di Re-Start, progetto selezionato da “Con I Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile: per salutare Varese, gli operatori delle cooperative sociali Naturart e La Miniera di Giove hanno organizzato nei giorni scorsi presso il Teatro Yak di Varese “Ingranare”, tavolo di confronto tra educatori e imprenditori sul tema giovani e lavoro.
L’iniziativa è parte conclusiva di Quadrimestre Unico, l’azione di progetto che ha visto coinvolti per qualche mese giovani in situazione di dispersione o abbandono scolastico attraverso attività di formazione professionale in aula e tirocini lavorativi. Un momento di riflessione, con in prima linea Naturart e La Miniera di Giove, e la rete territoriale, tra cui Artser, gli imprenditori che hanno collaborato, Pietro Zuretti della Zuretti Luigi & Co di Mesenzana e Francesco Arleo di WatAjet di Besnate, Cesvip di Varese, CFP di Tradate, il Nucleo inserimento lavorativo di Varese, la cooperativa Biplano e il Comune di Varese, in particolare l’Area di Progettazione.
Partendo dall’accompagnamento pedagogico e da una nuova visione della relazione lavoro-lavoratori, la serata ha approfondito le concrete possibilità di coniugare positivamente domanda e offerta, conciliando le necessità delle aziende di trovare personale e quelle dei giovani di entrare nei circuiti professionali: «Con i giovani coinvolti abbiamo vissuto momenti di gruppi e individuali, dando loro la possibilità, attraverso costanti appuntamenti, di attivarsi e di uscire dalla “confort zone” che si erano creati – spiega Marta Tenconi, pedagogista de La Miniera di Giove -. L’obiettivo era l’inserimento lavorativo e, in effetti, abbiamo due ragazzi con contratti di apprendistato, quattro tirocini e due ragazzi con i quali stiamo ancora valutando strade alternative”.
Numeri piccoli eppure grandi se si pensa alle situazioni complesse che stanno dietro alle vite di ciascun utente e per le quali è stato possibile realizzare una curva di cambiamento: «Ci siamo presi un tempo congruo – sottolinea il pedagogista di Naturart Massimiliano Potenzoni -. Abbiamo provato a trovare un equilibrio tra la dimensione del sogno, imprescindibile a 20 anni, e la concretezza quotidiana”, laddove poi “sono l’ascolto e il lavoro in piccoli gruppi – aggiunge Alan Perini, coordinatore dei progetti territoriali per Miniera di Giove – gli elementi fondamentali per conoscere le persone al di là delle condizioni che le hanno portate fin qui».
A condurre la riflessione condivisa il sociologo e ricercatore Stefano Laffi, il quale ha evidenziato come sia proprio la realtà stessa a curare: «Con il suo forte senso di efficacia, la concretezza è l’elemento che fa la differenza nelle situazioni difficili».
Presenti anche alcuni tra gli imprenditori coinvolti. Alcuni avevano già avuto esperienze di tirocinio nella loro azienda, per altri è stata la prima volta: «Dietro le fatiche di percorsi di vita sfilacciati, abbiamo visto nelle persone la soddisfazione di aver imparato, soprattutto in un mondo del lavoro in cui l’asticella in ingresso delle richieste e delle competenze scientifiche e tecnologiche è alta. Certo, la remunerazione economica corretta e un buon inquadramento lavorativo restano sempre uno stimolo fondamentale, come lo sono, per questo tipo di giovani, anche il confronto con i colleghi, che magari a loro volta sono partiti anni prima da “zero” e che hanno acquisito strumenti e esperienza».
La progettazione degli interventi educativi nel territorio è, invece, alla base: «In questi anni, abbiamo potuto contattare – chiosa Andrea Maldera, responsabile di progetto per Naturart – oltre 3000 adolescenti in educativa di strada, diversi dei quali, al momento dell’aggancio, erano in situazione di dispersione o abbandono scolastico. Quadrimestre Unico ci ha consentito di unire le azioni di Re-Start trasversalmente, dall’attenzione alle famiglie e la rete del territorio con i tavoli di sviluppo di comunità, dando una risposta concreta ad un fenomeno, quello della dispersione scolastica che, anche in provincia di Varese, c’è ed è significativo».
Re-Start è finanziato, con un contributo di oltre 800mila euro, dall’Impresa Sociale Con i Bambini: infatti, è stato selezionato nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. (www.conibambini.org).
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