
A Samarate la sfida tra due “corazzate”
Da un lato il centrodestra che ha fatto di tutto per aggregare già al primo turno, dall'altro la coalizione "alternativa" a Puricelli. La chiave della vittoria sarà nella "potenza di fuoco"?

A Samarate si avvicina lo scontro finale, quello nelle urne del ballottaggio: da un lato Alessandro Ferrazzi, dall’altro Enrico Puricelli. Con loro, due “corazzate”, quella del centrodestra dei partiti compatto e quella del fronte “alternativo” che ha riunito le liste di quattro candidati che si pongono come discontinuità rispetto all’amministrazione uscente.

Due corazzate, dicevamo: le metafore militari e belliche vanno maneggiate con prudenza, ma il termine è di uso comune in politica e azzeccato. Tutti e due gli schieramenti hanno infatti puntato sulla grandezza: il centrodestra aveva aggregato tutti i partiti e recuperato con fatica anche voci critiche (come quella di Vito Monti), in uno sforzo che si attendeva di ottenere la vittoria già al primo turno, come più volte dichiarato.
Dall’altro c’è l’aggregazione di tutte le voci alternative all’attuale amministrazione: alleanza indubbiamente molto ampia, che va dai Cinque Stelle, passa per i civici di Samarate Insieme e arriva fino a quella Samarate al Centro che ha saputo intercettare probabilmente un bel pezzo di elettori di centrodestra, che hanno votato per i partiti conservatori alle europee ma hanno fatto scelte diverse sulle comunali.
Le corazzate sono navi enormi e armate potentemente.
E in questa prima settimana hanno fatto valere il loro peso: da un lato Ferrazzi ha schierato il suo fronte ampio, si stanno mobilitando le varie liste, i singoli candidati sindaci rimasti fuori dal ballottaggio (Cenci, Sozzi e Macchi) si stanno spendendo personalmente, sui social come nei contatti elettore per elettore.
Dall’altro il centrodestra ha avviato una campagna social e di dichiarazioni molto pervasiva, una serie di bordate per dipingere la “grande coalizione” come un’alleanza troppo eterogenea, definita un’«ammucchiata» (accusa rovesciata da Luca Macchi: «la vera ammucchiata l’ha fatta il centrodestra»). E ha schierato i grossi calibri: prima i tre segretari provinciali dei partiti – Pellicini, Cassani e Longhini – questa settimana anche Salvini, “il capitano” che aveva promesso una visita a Samarate per Puricelli.
Le corazzate però sono anche navi pesanti e a volte basta un solo colpo per affondarle.
Dopo un fine settimana di polemiche feroci, si continuerà con le bordate? Potenzialmente tutte e due le coalizioni possono spendere la loro forza e rivendicare un fronte ampio, ma non è detto che sia questa la chiave per vincere lo scontro finale del 22-23 giugno.
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