I bambini sfollati da via Torino in una palestrina alle scuole Dante. “Vi prego, non fateci dormire qui”
Una quindicina di persone passerà la notte nella palestra delle scuole Dante, dopo lo sgombero del palazzo di via Torino. Ecco cosa ci hanno detto

«Io li prego, non lasciateci qui stanotte». Il volto si riga di lacrime mentre N. parla: sgomberata dall’alloggio di via Torino con la sua famiglia, ora è nella palestrina delle scuole Dante, piccolo edificio che affaccia in via Marsala, centro città.
L’edificio è stato messo a disposizione dal Comune, soluzione solo per le famiglie di sfollati con minori. Alla fine sono una quindicina di persone, tra adulti e diversi bambini, tra quelli piccoli e quasi adolescenti.
Gli sfollati da via Torino, pur in una condizione di degrado progressivo dell’edificio, hanno continuato a pagare un affitto, alcuni dicono ancora negli ultimi mesi. Affitti anche corposi, ma nel frattempo dicono di non riuscire a trovare un nuovo alloggio. «Io ho un contratto determinato, mio marito invece a tempo indeterminato -racconta ancora N-. Ma chiedono l’anticipo e noi dovevamo pagare l’affitto, intanto ho cercato in tante agenzie, Cardano, Somma, Case Nuove». Poi realizza dov’è e la voce si rompe ancora: «Vi prego, non posso dormire qui».
Di certo gli abitanti di via Torino 8 sapevano da mesi dello sgombero, forse hanno anche sottovalutato le intenzioni, ma nel contempo hanno continuato (i più, alcuni erano veri abusivi) a pagare alle società proprietarie del palazzo, che però non hanno pagato le spese condominiali, innescando quel processo di degrado del palazzo che ha portato fin qui.
E il “qui” – l’esito di questa storia ingarbugliata – stasera è una palestra caldissima, dove giocano i bambini in attesa di dormire sulle brandine del Ministero dell’Interno, mentre le mamme piangono. Per combattere il caldo asfissiante le porte sono tenute aperte con i pacchi di bottiglie d’acqua a terra. Aperte quelle verso il cortile della scuola e anche quella verso la strada: chi passa per via Marsala curiosa con lo sguardo. Arrivano anche amici delle famiglie, persone normali che vengono a salutare e capire cosa sta accadendo. Il tramonto è lontano, ancora ore di caldo, aspettando la notte sulle brandine.
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