Bregazzana borgo contadino nella città di Varese ai piedi del monte Chiusarella
A sei chilometri dal centro cittadino, il rione è completamente immerso nei boschi. Segnalati la chiesa di san Sebastiano e l'elefantino al cimitero. A due chilometri si trova Villa Toeplitz parco comunale con alberi monumentali e giochi d'acqua

In città ma circondato dai boschi e in posizione dominante su tutta Varese e la Valceresio. Bregazzana è uno dei quartieri del capoluogo: dista poco più di sei chilometri dal centro cittadino e due chilometri dal rione di St’Ambrogio ma ha una fisionomia unica. Il borgo è rurale, con case cortilizie e a loggiati tipici dei villaggi contadini del Varesotto databili tra i secoli XVII-XVIII.
Bregazzana è alle pendici del Monte Chiusarella e qui hanno inizio diverse passeggiate facili e più impegnative.
La chiesa di San Sebastiano
Da segnalare la chiesa di San Sebastiano il monumento più significativo di Bregazzana: da ammirare il portale settecentesco mentre all’interno si trovano l’altare maggiore in marmo lavorato policromo (sec. XVIÍI), la pala d’altare, dei primi del Seicento, probabilmente del Mondino, allievo del Morazzone, che rappresenta la Madonna col Bambino e i Santi Sebastiano e Carlo Borromeo, infine nella cappella di sinistra una tela con la Madonna e il Bambino, 1590, di scuola lombarda, integrata da interventi pittorici successivi.
La vecchia sorgente che portava l’acqua al Birrificio Poretti

Nel borgo storico troviamo anche vari affreschi e, in località Cinque Pini, la vecchia sorgente che porta l’acqua al lavatoio dal 1870, al Birrificio Poretti, al condotto che alimentava le cascate a gradini di Villa Toeplitz e al Comune di Induno Olona.
Un elefantino al cimitero

Nel cimitero c’è un monumento dedicato dall’ex proprietario del birrificio, amante dei safari, che era originario di Olona: un elefante con il posteriore rivolto verso Bregazzana: si tratta della cappella funebre della famiglia Magnani, titolare del birrificio , che realizzò diversi atti di filantropia in favore della comunità bregazzanese. La cappella venne realizzata dallo scultore Enrico Butti, che insieme all’ingegnere Ernesto Brusa modellò una struttura che unisce la pietra grigia di Viggiù, finemente cesellata, ad elementi in bronzo (la scultura dell’elefante che passa attraverso l’edicola) e vetro (la cupola del monumento), creando una sorta di “pagoda” che evoca le architetture indiane.
Come raggiungere Bregazzana: in auto percorrendo la via in direzione dal Campo dei Fiori lungo viale Aguggiari, nel quartiere di Sant’Ambrogio imboccare via Robarello e all’incrocio girare a destra; con i mezzi pubblici la linea Z .
Villa Toeplitz a Sant’Ambrogio

Tornando verso Sant’Ambrogio consigliamo una tappa a Villa Toeplitz, parco comunale acquisito nel 1972.
La Villa deve il nome a Joseph Toeplitz, banchiere di origine polacca e finanziatore, nel 1920, del progetto dell’autostrada Milano-Laghi. Egli la acquistò nel 1914, ma, scoppiata la Grande Guerra, l’immobile fu requisito e occupato dai Carabinieri.
Prima di allora, costituiva la residenza di campagna della famiglia tedesca Hannesen. Il Toeplitz ampliò gli edifici e apportò miglioramenti al parco affidandone la progettazione, nel 1927, allo studio parigino L. Collin – A. Adam & C.. Interessante notare che nel progetto originale non compaiono le catene d’acqua, inserite in un secondo momento con opere idrauliche volte a incanalare l’acqua del vicino Monte Martica su progettazione del varesino Rinaldo Frattini.
7 ettari di parco suddiviso tra prato, bosco di conifere esotiche, macchie di arbusti
Il parco ha una superficie di circa 7 ettari e vi si trovano la villa padronale ( sede dellUniversità dell’Insubria), la dépendance e la portineria. Era suddiviso in: in una parte a prato, macchie di arbusti e gruppi di alberi, un “bosco” di conifere anche esotiche intorno al belvedere e alla cappelletta sulla parte alta, un roccolo di carpino, il campo da bocce, il campo da tennis, il jeu de croquet, il giardino dei fiori, la piscina (oggi laghetto), un bosco ceduo invecchiato di castagno.
Il parco è in stile eclettico con scorci di differente ispirazione progettuale segnata dalla presenza di un giardino all’Italiana, troviamo l’esedra a monte della fontana centrale circolare e il Belvedere con balaustra in cima al colle, oltre a diversi esempi di architetture vegetali simmetriche: siepi e palloni in bosso nella zona attorno ai parterre, siepi e ombrelli in tasso, i simmetrici castelli di cipresso, arabeschi in bosso nano, labirinti di bosso e palloni di edera.
All’impero Moghul, all’apice fra il XVI e il XVIII secolo in India, si devono giardini realizzati secondo i canoni dell’architettura islamica con stagni, fontane e canali a raso dei camminamenti.
Sono presenti esemplari monumentali di faggio in varietà, in fase di sostituzione, un castagno di quella che fu una selva castanile, un grosso cedro d’Atlante azzurro e solo il ceppo di una maestosa sequoia gigante. Il Parco presenta una ricca componente vegetale, costituita da conifere arboree di diverse specie, perlopiù esotiche e ornamentali, sulla collina, frammiste a latifoglie, in parte spontanee nell’area attorno alla cappella sulla sommità della collina stessa: qui l’impianto si presenta fitto, a guisa di bosco. Lungo la viabilità vi sono ombreggianti filari di tiglio potati a candelabro. Il bosco ospita una discreta fauna selvatica, che vive indisturbata grazie al fatto che il bosco è quasi per nulla frequentato.
Canaletti e fontanelle rivestite da piastrelline provenienti dal Kashmir

A metà del percorso, le balze in pietra s’interrompono e l’acqua sgorga dalle fauci di un leone alimentando il movimento di canaletti e fontanelle rivestite di piastrelline vetrose azzurre provenienti dal Kashmir. La disposizione prospettico-scenografica, la simmetria del tutto, fu voluta e curata dalla moglie del Toeplitz, Edvige Mrozowska; donna di grande cultura ed instancabile viaggiatrice. Durante un viaggio nel Kashmir, rimase colpita dai giardini dell’imperatore Babar, detto “padre dei giardini” e ne fu ispirata.
I canaletti turchesi confluiscono in una grande fontana centrale mentre le catene d’acqua, di ispirazione secentesca, sono composte da vasche in porfido di Cuasso al Monte poste a balze dal belvedere fino alla strada di accesso alla Villa. Le vasche sono affiancate sui lati da un’imponente gradinata in acciottolato di Lavagna nero. Anche nei pressi della Villa padronale, in una piccola porzione di giardino all’italiana, vi è una fontana quadrangolare rivestita con mosaico celestino, alimentata dalle medesime acque. L’alimentazione delle vasche e fontane avveniva tramite tubazioni di ferro che conducevano l’acqua del torrente Pissabò, sul Monte Martica, ad una cisterna di accumulo sul Belvedere del Parco.
In origine l’acqua attraversato il parco, veniva restituita all’Olona mentre oggi il funzionamento è affidato ad un riciclo interno al parco. Alla morte di Giuseppe Toeplitz, nel 1938, la villa e il parco furono ereditati dalla moglie e dal figlio Ludovico. Questi la cedette nel 1945 ai fratelli Mocchetti che la lasciarono andare in declino, fino all’acquisto da parte del Comune di Varese nel 1972.
Gli edifici che sorgono nel parco sono molteplici: le serre, la stalla, la cappella, il campo da bocce, il campo da tennis in terra battuta, il belvedere, la piscina e, naturalmente, la Villa.
Il Museo Castiglioni
All’interno del parco si trova il Museo Castiglioni, nato dalla donazione di migliaia di reperti effettuata, al Comune di Varese, dai fratelli Angelo e Alfredo Castiglioni. I fratelli Castiglioni infatti hanno condotto missioni di ricerca e documentazione etnologica e archeologica soprattutto in Africa.
COME RAGGIUNGERE IL PARCO
- Con il trasporto pubblico: linea C direzione Sacro Monte oppure linea Z direzione Bregazzana – fermata Virgilio – info autobus
- In macchina: parcheggio consigliato Via G.B. Vico
ORARI DI APERTURA
- Gennaio, Febbraio, Marzo 08.00 – 18.00
- Aprile 08.00 – 19.00
- Maggio 08.00 – 20.00
- Giugno, Luglio, Agosto 08.00 – 22.00
- Settembre 08.00 – 20.00
- Ottobre 08.00 – 19.00
- Novembre, Dicembre 08.00 – 18.00
ORARI DI APERTURA MUSEO CASTIGLIONI:
- giovedì e venerdì: 14.00 – 19.00
- sabato e domenica: 10.00 – 13.00 / 14.00 – 19.00
BIGLIETTI:
- Biglietto intero: € 5
- Biglietto ridotto (bambini 7 – 10 anni, disabili e gruppi di minimo 10 persone): € 3
- Biglietto gratuito: bambini 0-6 anni
- Visite guidate: € 5 (da aggiungere al prezzo del biglietto d’ingresso. E’ richiesta la prenotazione per concordare orari e numero di partecipanti)
- Parco: ingresso gratuito
Fonti Wikipedia, Comune di Varese, Vivivarese
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