In Valcuvia la droga consegnata come le cartoline, gli arrestati interrogati in carcere
L’indagine che ha portato alle manette, venerdì scorso fra Gemonio e la Sicilia. Pedinamenti, osservazioni e alla fine la decisione di intervenire su ordine del Gip
Tutto parte da un’informativa risalente al novembre 2023. Chiamate. Ordini, Cessioni e nomi.
Che nella zona fra Valcuvia e Luinese si spacci coca, certo non è una novità. Tutt’altro. E nemmeno le due principali modalità di smercio al dettaglio sono mistero: boschi, e consegna a domicilio.
Ma nell’inchiesta che ha portato all’arresto di tre persone venerdì scorso – una donna a Gela in vacanza e altre due persone (fra cui il compagno) fra Besozzo e Gemonio – sbocciano particolari che confermano l’emergere di tecniche sempre più consolidate per la fornitura di quantitativi di cocaina in maniera continuativa ad una vasta pletora di clienti raggiunti col porta a porta.
Un vizio che non finisce mai, che vuole essere soddisfatto senza alcun limite se non quello della disponibilità economica, e che dunque necessita di tecniche banali, efficaci e sicure, come far arrivare la droga nella cassetta delle lettere dei clienti (stile cartolina), e meno frequentemente alla consegna brevi manu in esercizi o località della zona.
Si tratta di un’indagine partita dalle parecchio attente componenti territoriali dell’Arma cui si sono abbinate poi le capacità operative dei reparti investigativi che hanno dato seguito a diffuse attività di «ocp», vale a dire osservazione, controllo e pedinamento, abbinate a intercettazioni telefoniche, e ambientali. Nulla di nuovo sul fronte investigativo, strumenti già conosciuti, ma applicati con rigore per il vaglio di spacciatori e consumatori.
Alla fine la linea viene tirata dalla Procura della repubblica di Varese attraverso le indagini della Pm Marialina Contando con cessioni di stupefacenti per circa 6-7 mesi e che hanno portato ad un quadro probatorio oltremodo solido tanto da ottenere un’ordinanza di custodia cautelare a firma del gip Alessandro Chionna. Gli arrestati sono stati sottoposti ad interrogatorio da garanzia in carcere martedì mattina grazie l’assistenza dei legali fra i quali Alberto Zanzi del foro di Varese il tuo assistito ha risposto alle domande e si è espresso con dichiarazioni sostanzialmente confessorio, mentre l’altro arrestato si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il quadro probatorio emerso come si accennava è piuttosto solido e comprende trascrizioni di osservazione, foto, pedinamento e controllo, intercettazioni ambientali sull’auto impiegata per gli spostamenti.
La droga sequestrata non è poca, si parla di oltre 620 grammi di cocaina, e secondo l’accusa l’attività di spaccio si attesta su almeno il doppio del quantitativo citato con un giro d’affari importante che consiste di certo con la vendita della sostanza, ma a ritroso un percorso che potrebbe portare a interessanti sviluppi investigativi sul piano del rifornimento, e quindi delle relazioni coi livelli di malavita superiori.
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