Crisi Beko Cassinetta di Biandronno, approvata la mozione al Pirellone per un tavolo di confronto
La mozione presentata da Luca Ferrazzi (Gruppo Misto), e approvata all’unanimità dall’Aula impegna la Regione a richiedere “con urgenza” un tavolo di confronto con Beko Europe a difesa dell’occupazione e del Pil locale
Il Consiglio regionale della Lombardia ha discusso la mozione sulla crisi produttiva dello stabilimento Beko-Whirlpool di Cassinetta di Biandronno che ha raggiunto un livello preoccupante, inequivocabilmente certificato dai numeri. A fronte dell’obiettivo annuale di 800 mila frigoriferi, che rappresenta il punto di pareggio del sito, a oggi il trend 2024 porterebbe a non superare quota 450 mila.
Per questo motivo la mozione presentata da Luca Ferrazzi (Gruppo Misto), e approvata all’unanimità dall’Aula impegna la Regione a richiedere “con urgenza” un tavolo di confronto con Beko Europe a difesa dell’occupazione e del Pil locale. Impegno viene richiesto anche per agire nei confronti del Governo “per scongiurare il paventato ridimensionamento delle attività produttive e il ricorso alla cassa integrazione”.
Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Samuele Astuti (PD) che ha sottolineato il pessimo trattamento che l’azienda ha riservato ai lavoratori e la totale esclusione delle rappresentanze sindacali, Luigi Zocchi (FdI) ed Emanuele Monti (Lega). Quest’ultimo ha proposto un emendamento, accolto dal proponente, per convocare con urgenza in audizione presso la Commissione Attività Produttive l’azienda e le rappresentanze dei lavoratori.
Nel suo intervento l’Assessore alla Formazione Simona Tironi ha ricordato come la struttura per le crisi aziendali presso la Direzione Lavoro di Regione Lombardia ha partecipato a un incontro nello scorso mese di giugno presso il Ministero dello Sviluppo Economico nel corso del quale l’azienda si era impegnata a presentare un nuovo piano industriale entro l’autunno. “Noi attendiamo questo documento e siamo pronti – ha aggiunto l’Assessore annunciando il parere favorevole della Giunta al documento – a mettere a terra tutti gli strumenti di formazione e di politiche attive del lavoro che abitualmente vengono attivati in questi casi.”
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