Radicalità, solidarietà e futuro. Le parole degli aclisti tra Vangelo e antifascismo
Tanti gli interventi al 31mo congresso delle Acli provinciali. A Villa Cagnola era presente il 98% dei delegati
C’è chi ha fatto un richiamo preciso alla radicalità del vangelo e chi all’antifascismo. Chi ha messo in guardia la platea sulla deriva del populismo e chi ha richiamato l’importanza del dono. Il 31mo congresso delle Acli provinciali, che si è tenuto a Villa Cagnola a Gazzada Schianno il 27 e 28 settembre, è stato un momento di confronto forte e sentito.
Il “termometro” che ha misurato la febbre di partecipazione è salito fino al 98% , tanta era la voglia dei delegati di esserci.
«Bisogna avere il coraggio di dare voce a chi non ce l’ha» ha detto Filippo Cardaci, rispetto al tema dei migranti e della cittadinanza. “Predicare” il Vangelo non è più sufficiente, per Ruffino Selmi bisogna «masticarlo nella quotidianità e avere il coraggio di crederci dentro».
In un tempo in cui l’individualismo sembra prevalere su ogni cosa, Dario Cecchin ha indicato due strade da percorrere: quella dell’antifascismo e quella della solidarietà. Per costruire una società migliore, secondo Filippo Pinzone, «bisogna investire nel volontariato e nelle persone».
Nella sala di Villa Cagnola sono risuonate le parole del cardinale Carlo Maria Martini: «Che cosa sei disposto a rinunciare per la pace?». E quelle di Don Lorenzo Milani, contenute nella famosa “Lettera ai giudici”, dove si rivendica la libertà dell’uomo di usare la propria testa e la propria coscienza per decidere. «Voi giuristi dite che le leggi si riferiscono solo al futuro, ma noi gente della strada diciamo che la parola ripudia è molto più ricca di significato, abbraccia il passato e il futuro. È un invito a buttar tutto all’aria: all’aria buona. La storia come la insegnavano a noi e il concetto di obbedienza militare assoluta come la insegnano ancora».
«Come cristiani abbiamo il dovere di restituire ciò che abbiamo ricevuto» ha sottolineato Luigia Puricelli.
Il cinismo di chi non ha speranza non trova albergo nelle parole dei delegati aclisti. Ci ha pensato Cesare Martinelli a ricordarlo ai tanti presenti al congresso di Villa Cagnola con una citazione dalla prima lettera di San Paolo ai corinzi: «Quelli che stanno in questa sala sono chiamati ad essere santi, perché noi siamo una comunità di santi e abbiamo un compito da svolgere».
Che cosa voglia dire essere aclista, lo ha spiegato bene, nonostante la grande emozione, il consigliere delegato della provincia di Varese Michele Di Toro: «Le Acli sono come una salina dove ognuno di noi è un chicco di sale che dà sapore alle cose che facciamo».
Le Acli verso il futuro: partecipazione record e nuove sfide al congresso provinciale
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