Volontari contro la povertà alimentare. Da Angera a Porto Valtravaglia una rete silenziosa di solidarietà
L'attività di decine di volontari è stata presentata durante un incontro del Decanato di Sesto. "Con un terzo del cibo sprecato si potrebbero sfamare 800 milioni di persone denutrite nel mondo"
Ogni lunedì, dal 2019, un gruppo di giovani volontari dell’associazione Granum Sinapis, il Granello di senape, si ritrova per ritirare il fresco invenduto dai supermercati da distribuire nel pomeriggio alle famiglie in difficoltà. Un gesto che si rinnova ogni settimana da cinque anni e che non rientra solo nel novero delle buoni azioni ma rappresenta un modo concreto e organizzato per aiutare alcune decine di persone a superare un periodo di avversità e mettere le basi per riprendere in mano la propria vita.
Dalla parte opposta del lago, nell’Alto Varesotto, a Porto Valtravaglia apre due volte alla settimana una Bottega solidale, collegata alla Caritas parrocchiale. Avviata circa sette mesi fa su stimolo del parroco, Don Luca, è una sorta di mini market dove si possono trovare generi di prima necessità e si aiutano le famiglie individuate dal locale centro d’ascolto a ritrovare l’autonomia.
Sono solo due esempi questi, raccontati dai volontari Lorenzo Lamorte e Riccardo Piscia (per Granum Sinapis) e Vanessa Carpanetti (per la bottega di Domo di Porto Valtravaglia), in occasione dell’incontro “Mangia come parli. Il pianeta alla tua tavola!” organizzato dal Decanato di Sesto Calende, in collaborazione con la Comunità pastorale di Angera, Taino e Ranco e la Caritas Ambrosiana, sabato 5 ottobre al centro Dall’Acqua di Sesto Calende.
[le foto id=1742187]Nella foto, da sinistra Vanessa Carpanetti, Andrea Fanzago, Maria Carla Cebrelli, Lorenzo Lamorte e Riccardo Piscia
Con loro anche il parroco Don Pietro Bassetti e Andrea Fanzago, responsabile dell’area “povertà alimentare” della Caritas ambrosiana, che nel suo intervento ha illustrato le attività che l’associazione mette in campo ogni giorno per aiutare le persone economicamente più fragili. Una rete che vede impegnati quotidianamente di decine di volontari nei comuni e nelle città per distribuire pasti, pacchi alimentari, prodotti per l’igiene personale e vestiti. «Con Expo del 2015 si è aperta una riflessione importante sul contrasto alla povertà alimentare e più in generale su ciò che riguarda il tema del cibo – ha spiegato Fanzago -. Caritas ha individuato due tematiche, da un lato il diritto al cibo, garantito attraverso diverse attività tra cui anche i refettori aperti per i più bisognosi, dall’altro il contrasto attivo allo spreco. Abbiamo analizzato la filiera dell’alimentare e individuato i maggiori momenti di spreco, che purtroppo si hanno già nelle prime fasi, quelle legate all’agricoltura. Per questo ci impegniamo a promuovere comportamenti virtuosi ricordando che, dati Onu alla mano, con un terzo del cibo sprecato si potrebbero sfamare 800 milioni di persone denutrite nel mondo».
L’idea di un consumo consapevole e responsabile è anche alla base di diverse attività che vengono svolte periodicamente: le collette alimentari, le raccolte di abiti usati ancora in buono stato, il riuso (è il caso della Parrocchia di Germignaga che ha aperto il “chi cerca trova” un negozio solidale, ad offerta libera con articoli di abbigliamento e per la casa).
«La nostra filosofia è quella di sostenere le persone che si rivolgono alla bottega solidale di Porto Valtravaglia ma non in modo assistenzialistico ma accompagnando all’autonomia – spiega Vanessa -. Attualmente sono circa 60 le famiglie che si rivolgono a noi. La bottega nel tempo è diventata un punto di riferimento anche per il dialogo, per scambiare alcune parole e aiutare concretamente chi ha più bisogno». Un modo d’agire che anima anche i giovani volontari di Granello di senape: «Il momento della distribuzione delle cassette è molto importante – aggiungono Lorenzo e Riccardo -. Si incontrano le persone, si ascoltano per capire di che cosa hanno effettivamente necessità. La nostra associazione opera in collaborazione con la parrocchia, la Caritas locale e il comune e impiega circa 30 volontari. Il periodo del Covid è stato quello più complicato, ora tante famiglie sono tornate a una propria autonomia economica e questo ci fa molto piacere. L’idea dell’albero di senape sta a significare proprio questo è l’immagine di un albero dove gli uccelli si fermano per trovare conforto, per poi ripartire. Per noi è la soddisfazione più grande».
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