MeMa, l’IA del Manifesto che aiuta a conoscere di più
Il modello sviluppato dalla testata aiuta lettori egiornalisti a navigare l'oceano di informazioni conservato nel suo archivio. Tutto senza affidarsi alle corporazioni che controllano le grandi piattaforme

Esiste un nuovo tipo di intelligenza artificiale. Un modello generativo trasparente, aperto e indipendente dalle grandi aziende capace di aiutare ad archivisti e giornalisti (e in futuro i lettori) ad allargare la propria conoscenza. Si tratta di MeMa, l’IA sviluppata da Il Manifesto per migliorare la navigazione del proprio archivio.
L’archivio del Manifesto è ricchissimo, ma era molto difficile da navigare. Matteo Bartocci, giornalista e responsabile servizi digitali di Il Manifesto, e i suoi colleghi hanno quindi pensato a quali strumenti tecnologici utilizzare per rendere più facile estrarne informazioni. La soluzione si chiama MeMa: un’intelligenza artificiale, piccola e indipendente dalle grandi piattaforme, capace però di aiutare gli utenti a trovare le informazioni delle quali hanno bisogno.
Il nuovo sistema sviluppato dal Manifesto non solo ha analizzato l’intero archivio, ma lavora anche su tutti gli articoli pubblicati quotidianamente dalla testata, in modo da arricchire sempre di più la sua capacità di rispondere alle richieste.
«Non vogliamo creare uno strumento chiuso – afferma Bartocci -, ma diffondere conoscenza. Riscoprire gli articoli del passato è un’opportunità per arricchire il sapere culturale, politico e sociale dei suoi utenti».
«Per realizzare un sistema capace di rispondere nel modo migliore – spiega Robert Alexander, responsabile progetto MeMa per il Manifesto -, bisogna tenere presente le necessità di lettori, redattori e archivisti. Ognuno di loro cerca informazioni all’interno dell’archivio in modo molto diverso. Inoltre, abbiamo lavorato per ridurre la probabilità di “allucinazioni” e rendere più precise le risposte dall’intelligenza artificiale».
«Per fare ricerca – sottolinea il data journalist Ruggero Marino Lazzaroni -, i browser ti possono portare solo fino a un certo punto. Per andare più a fondo bisogna scavare negli archivi dei giornali e delle istituzioni, che sono molto spesso carenti. I modelli come MeMa sono utili perché semplificano molto la consultazione e, insieme ad altri strumenti tecnologici, permettono di svolgere ricerche ancora più approfondite».
«MeMa – aggiunge la giornalista Josephine Condemi – è un modello con una dimensione più umana. Un sistema che fornisce risposte curate, capace di costruire nuove relazioni con i suoi utenti, e quindi di generare valore».
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