Piero Gros e Paolo De Chiesa al MIV: il toccante omaggio di Veronesi alla Valanga Azzurra
Il documentario di Giovanni Veronesi ha emozionato il pubblico del MIV nella serata di domenica, in occasione di Glocal Doc. Un racconto che mescola profondità e leggerezza, e riporta in vita l'epopea dello sci italiano degli anni '70
Commovente, emozionante, divertente. Il documentario del toscano Giovanni Veronesi, sciatore mancato, è un mix di emozioni che solo chi ha vissuto intensamente l’epoca della Valanga Azzurra può provare.
La proiezione al MIV di ieri sera, domenica 3 novembre, in occasione di Glocal Doc, il festival del documentario organizzato da VareseNews nell’ambito di Glocal, ha visto la partecipazione di due grandi protagonisti di quell’epoca: Piero Gros e Paolo De Chiesa.
Chiunque abbia passato i sessant’anni ricorda le ore trascorse davanti alla TV in bianco e nero, guardando con il fiato sospeso le gare di atleti che hanno cambiato il mondo dello sci. In quegli anni, il calcio era oscurato da uno sport che stava diventando di massa, non più ristretto a un’élite.
Veronesi, grande appassionato di sci, ha reso il documentario leggero e coinvolgente. Le sue interviste sono profonde ma allo stesso tempo regalano sorrisi, svelando la vera personalità di campioni misteriosi e silenziosi, come solo i “montanari” sanno essere.
Con l’aiuto del giornalista e scrittore Lorenzo Fabiano, ripercorre le tappe più importanti dell’epoca d’oro dello sci alpino negli anni ’70, intervistando alcuni dei suoi protagonisti, tra cui Gustav Thöni, Piero Gros, Paolo De Chiesa e l’allenatore Oreste Peccedi, recentemente scomparso, a cui il film è dedicato. Il documentario racconta anche i trionfali Giochi Olimpici del 1976 a Innsbruck, la rivalità tra Thöni e lo svedese Ingemar Stenmark, ma non tralascia i momenti bui e il declino della squadra azzurra dopo i successi.
Il regista riesce a entrare in grande empatia con questi atleti, tanto che Paolo De Chiesa rivela un episodio della sua vita che aveva a lungo tenuto nascosto. Lo ha ricordato anche sul palco del MIV: “Durante una serata tra amici, si presentò un bulletto di paese. Mise una pistola sul tavolo e la mia ragazza di allora la prese e, forse per gioco, la puntò verso di me e fece fuoco. Mi ferì: la pallottola entrò e uscì dal collo. Erano tutti sotto choc, e io andai in ospedale da solo. Lì raccontai una versione diversa dei fatti. Nessuno dei protagonisti di quell’episodio mi chiese mai scusa. La mia vita cambiò radicalmente. Mi ammalai, persi 12 chili, sparii dalla scena, ma un anno dopo tornai ad allenarmi e, dopo tre anni, tornai incredibilmente sul podio nello slalom di Campiglio, di nuovo tra i grandi, rimanendo nei top 5 nelle ultime cinque stagioni. La nostra vita non è solo rose e fiori”.
Oggi Piero Gros e Paolo De Chiesa sono telecronisti e continuano a mantenere viva la passione per lo sci. I tempi d’oro della Valanga Azzurra sono finiti, ma la scena del documentario in cui Thöni, Gros e De Chiesa si ritrovano per sciare insieme dopo cinquant’anni, riscalda il cuore con una dolce malinconia.
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