Volontari della solidarietà: la rete di Varese che aiuta chi si trova nella povertà assoluta
Sono 21 le Caritas parrocchiali del Decanato di Varese che, in rete con altre associazioni, distribuiscono pacchi alimentari a chi è in difficoltà. Una domanda in crescita soprattutto tra gli uomini soli
Nelle messe del prossimo weekend, 30 novembre e 1 dicembre nelle chiese della Parrocchia Maria Madre Immacolata di Masnago a Varese verranno raccolti gli alimenti per realizzare i pacchi destinati alle famiglie in difficoltà sostenute dalla Caritas. L’iniziativa si chiama “Non c’è festa senza un gesto d’amore” e rientra tra le attività di solidarietà che i volontari svolgono.
Don Matteo Rivolta, responsabile della Caritas zonale, spiega la complessa rete cittadina a sostegno della popolazione più fragile
Quale territorio coprite, quanti centri di raccolta gestite e quanti volontari sono impegnati nel servizio e con quali mansioni?
La Caritas della Città di Varese, e del decanato (cioè le parrocchie di Malnate, Gurone, Cantello, Casciago), è una realtà molto ampia e variegata, sia a livello territoriale che per ricchezza di proposte e realtà che nel corso degli anni sono nate.
Ciascuna delle 21 caritas parrocchiali ha una sua autonomia per quanto riguarda l’ascolto delle persone, la raccolta e la distribuzione di beni a sostegno delle situazioni di bisogno e l’animazione delle parrocchie. Questa autonomia operativa necessita, però, di un coordinamento decanale che permette alle singole realtà di camminare insieme, di curare la formazione degli operatori Caritas, di condividere risorse e di supportarsi reciprocamente. Questo coordinamento, a livello giuridico, è assicurato dall’Associazione di Parrocchie “Farsi Prossimo” che ha il compito di curare e promuovere la cura della carità della Chiesa Cittadina. L’Associazione “Farsi Prossimo” opera anche nella Casa della Carità della Brunella, per mezzo dell’Associazione “Pane di Sant’Antonio”. Se l’attività più evidente è quella legata alla raccolta e alla ridistribuzione del cibo, molte altre sono le risposte che le Caritas e la Casa della Carità cercano di dare: si va dai Corsi di Italiano per Stranieri al Fondo diamo Lavoro; dal dispensario farmaceutico alla distribuzione di indumenti. Dal servizio “Riuso Solidale” al sostegno alle povertà abitative … e molto altro ancora. Tutto questo è reso possibile grazie alla grande disponibilità degli oltre 400 volontari che tra la Casa della Carità e le Caritas Parrocchiali tengono viva la Città di Varese e permettono che chi è nel bisogno non si senta abbandonato.
Come avviene la distribuzione?
Nella maggior parte delle Caritas parrocchiali la distribuzione del “pacco alimentare” avviene nei locali messi a disposizione dalle singole parrocchie. Questi pacchi sono distribuiti ogni due settimane o mensilmente, a seconda delle situazioni. Non mancano anche alcune realtà che riescono a consegnare a domicilio il pacco alimentare cogliendo l0occasione per stringere legami ancora più forti con le persone aiutate.
Come si accede al servizio?
Per poter accedere a questo aiuto è chiesto un incontro con gli operatori del “Centro d’Ascolto” che hanno il compito di conoscere le situazioni delle persone che avanzano richiesta di sostegno e di reindirizzarle verso le risposte più adeguate. In alcune situazioni i nuclei famigliari vengono rimandati all’Emporio Solidale, gestito da Caritas Ambrosiana in collaborazione con un numero considerevole di volontari.
All’Emporio sono le famiglie stesse che, dotate di una “tessera a punti” possono acquistare i prodotti, “componendo loro la spesa che vogliono”. Sia le Caritas parrocchiali che l’emporio, possono stare in piedi e svolgere i loro servizio, grazie a 3 canali di approvvigionamento: le offerte da parte della gente (sia in termini di beni materiali che attraverso offerte monetarie), la donazione da parte di alcuni supermercati dei prodotti in scadenza, gli aiuti alimentari del “Fondo Nazionale” e della “Comunità Europea” … anche se la consegna di questi prodotti è sempre più scarsa. Ciò che viene distribuito va dalla pasta al riso, dalla passata di pomodoro all’olio, dal latte allo scatolame, e quanto la Provvidenza fa arrivare.
Quali requisiti si deve avere per entrare nel servizio di sostegno?
Come già detto, si accede al servizio dopo aver effettuato un colloquio con gli operatori dei Centri d’Ascolto parrocchiali. Per i prodotti che provengono dalla Comunità Europea occorre presentare l’Isee e altri documenti, per la distribuzione di alimenti raccolti dalle donazioni della nostra gente, questo non è indispensabile.
C’è un tempo massimo per usufruire del servizio?
Non c’è un limite massimo di tempo per gli aiuti, eccetto che per l’accesso all’Emporio Solidale che è concesso per massimo un anno. Ciò a cui punta la Caritas è cercare di sostenere chi si trova in difficoltà e provare a dare un po’ di respiro e qualche supporto perché le situazioni di povertà possano risolversi. Certo la complessità di alcune situazioni è tale che difficilmente si riuscirà a risolvere definitivamente i problemi.
Quante famiglie e persone supportate?
I dati italiani riguardo alla povertà assoluta (cioè a quanti non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile) rivelano che si trovano in questa situazione circa 5,7 milioni di persone residenti sul territorio nazionali, pari al 9,7 % della popolazione, e questa situazione è proporzionalmente più rilevante nelle nostre regioni piuttosto che al sud.
In questa situazione di povertà assoluta si trovano sempre di più persone che hanno un lavoro, ma o è troppo scarso a livello di ore, o è un lavoro sfruttato e sottopagato. A questo si aggiungono costi spropositati legati all’affitto degli appartamenti. Una causa di povertà è certamente il disagio psichico … che a volte è a monte di situazioni di povertà, altre volte è un effetto di situazioni di forte stress emotivo.
Cresce il numero di poveri tra gli uomini soli, spesso separati. Dato drammatico è quello dell’ereditarietà della povertà, per cui se una persona nasce in un contesto di povertà (stiamo parlando dell’Italia non di altri paesi) quasi certamente si troverà da adulto a perpetrare la stessa situazione se non addirittura una peggiore. Varese non è differente dalle altre città italiane e purtroppo ci sono quartieri dove queste fatiche sono più accentuate rispetto ad altre zone.
Come recuperate gli alimenti da distribuire?
Banco alimentare di Muggiò, donazioni da parte di privati cittadini, carrelli della “Spesa sospesa”, prodotti in scadenza donati dalla grande distribuzione, raccolte straordinarie secondo la creatività delle singole comunità
Esiste una rete tra le diverse associazioni che si occupano di povertà? Come collaborate?
C’è una rete tra le varie Caritas, la Casa della Carità, l’Associazione “Non solo Pane”, la Croce Rossa, i Cappuccini di viale Borri e l’associazione dei “Carabinieri in congedo”. Questo lavoro di rete permette di monitorare le persone e far sì che ciascuna persona venga presa in carico solamente da una realtà. Si cerca poi di sostenersi soprattutto nella condivisione di ciò che la Provvidenza fa abbondare da una parte e la richieste fanno mancare dall’altra…
In vista del Natale farete una raccolta speciale?
In tante parrocchie, in questo tempo di avvento, si stanno organizzando diverse occasioni per sensibilizzare i fedeli (e la popolazione tutta) affinchè ciascuno si senta interpellato a farsi carico dei bisogni dei poveri.
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