“Vediamo sempre più casi gravi di Aids: sembra di essere tornati indietro di 30 anni”

Il professor Paolo Grossi, direttore delle Malattie Infettive all'Asst Sette Laghi, parla dei contagi diffusi soprattutto nella comunità omosessuale e invita a sottoporsi regolarmente ai controlli

Giornata mondiale contro l'AIDS 2020

«Vediamo sempre più malattie allo stadio avanzato. Sembra di essere tornati indietro di 30 anni». Il professor Paolo Grossi, direttore delle Malattie Infettive dell’Asst Sette Laghi e docente dell’Università dell’Insubria, da anni si occupa dei pazienti contagiati dal virus HIV.

« Purtroppo dobbiamo ancora parlare di pandemia – commenta lo specialista – con milioni di pazienti nel mondo. Il bacino maggiore è nelle regioni dell’Africa subsahariana, ma in tutti i continenti si contano migliaia di nuovi contagi ogni anno. La modalità principale di trasmissione è quella sessuale, con una quota prevalente di sesso tra uomini. La trasmissione tra i tossicodipendenti è residuale».

Ed è proprio nella comunità omosessuale che oggi si conta il maggior numero di pazienti e, soprattutto, di casi di malattia conclamata: «Rispetto agli anni passati, oggi sono in aumento i casi di malati che arrivano in ospedale in condizioni ormai critiche, con la malattia in fase avanzata. C’è una circolazione virale che non è frenata da adeguati comportamenti responsabili: chi ha rapporti sessuali non protetti dovrebbe sottoporsi con regolarità a controlli. Maggiori partner si hanno, maggiore deve essere la responsabilità verso di sé e verso gli altri».

La fascia di età che maggiormente si presenta in ospedale è quella tra i 40 e i 50 anni, ma tra i ricoverati in malattie infettive non sono rari gli ultraottantenni.

Paolo grossi

L’Asst Sette Laghi, così come la Valle Olona, offre un servizio di controlli che garantisce privacy e anonimato: « Devo dire che è un ambulatorio sempre molto pieno. Se potessi raddoppiare l’offerta sono certo che verrebbe subito utilizzata. Ci sono molti giovani che chiedono di potersi controllare, coppie di giovanissimi che vogliono essere certi del proprio stato di salute, molti omosessuali. Andrebbe però fatto un ulteriore sforzo comunicativo: oggi c’è molta superficialità, sottovalutazione e forse ignoranza. C’è anche chi interrompe la cura perchè si sente bene e così il suo stato di salute peggiora inesorabilmente. Ci sono farmaci retrovirali molto efficaci che garantiscono anche una qualità della vita  buona se si riesce a intervenire in tempo. Controllarsi regolarmente, soprattutto se si hanno comportamenti a rischio, fa davvero la differenza».

Il Centro Infezioni sessualmente trasmesse dell’Asst Sette Laghi

Ambulatorio Malattie sessualmente trasmissibili Asst Valle Olona

di
Pubblicato il 01 Dicembre 2024
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