“Ti spacco le gambe” alla moglie e dava della “checca“ al figlio: condannato a Varese a 3 anni e 6 mesi
L’uomo, cinquantenne, per tre anni avrebbe creato in casa a Vedano Olona un clima di timore e paura per gesti estremi anche alla presenza delle figlie minori

Un altro caso di maltrattamenti in famiglia. Un altro caso di una donna che ha avuto il coraggio di denunciare la condotta del marito per liberarsi da un senso di oppressione e violenza che ha riguardato anche i figli, ingenerando un costante sentimento di «paura nei riguardi delle persone offese».
Un procedimento penale arrivato oggi, mercoledì 22 gennaio alla sua battuta finale, con una pena importante inflitta all’imputato, un uomo del 1973 residente al momento dei fatti a Vedano Olona, ritenuto colpevole dei reati contestati che gli costano una condanna a 3 anni e 6 mesi e una provvisionale di 16mila euro alle parti civili.
Parla di «condanna esemplare» l’avvocato di parte civile Elisabetta Brusa. Fatti contestati come si diceva pesanti, emersi nel corso di un processo che ha cercato di ricostruire una verità processuale che arriva molto vicino alle contestazioni originarie della Procura: nel capo d’imputazione che riguarda condotte fra il 2016 e il 2019 si parlava di una condizione di quasi perenne ubriachezza dell’uomo che rivolgeva alla moglie epiteti irripetibili rinchiusi in un frasario offensivo e sessista parimenti pronunciato all’attenzione del figlio maggiore («fallito», «ritardato», «parassita obeso», «checca», «demente»), e alla presenza delle due figlie, minori.
Un’accusa che aggravava, e di parecchio, la posizione dell’indagato, dal momento che per questo reato le pene, oltre che essere “ostative” (cioè che se non impugnate, e comunque al termine dell’ultimo grado di giudizio, aprono le porte del carcere) diventano ben più alte con quozienti di reclusione che lievitano fortemente proprio alla presenza di specifiche aggravanti, come quella della «violenza assistita» (dai minori) che in questa combinazione corrispondeva a lanci di suppellettili, stoviglie e altri oggetti contro i muri della casa, al culmine della rabbia alcolica dell’imputato.
Addirittura il cinquantenne era accusato di svegliare i figli nel cuore della notte per far assistere ai ragazzi i deliri di rabbia che manifestava nei riguardi della moglie. Di oggi dunque la condanna che oltre ai 3 anni e mezzo prevede una salata provvisionale, cioè una sorta di anticipo nei riguardi delle persone offese rispetto a quanto potrà poi in separata sede e con rito civile provvedere il giudice.
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