Sold-out a Materia per il documentario sulla strage di Gorla firmato da Mario Calabresi e Silvia Nucini
Grande partecipazione alla presentazione di "Finché sono al mondo" che racconta la storia del bombardamento di Milano del 20 ottobre 1944 dove persero la vita 184 bambini
Tutto esaurito a “Materia“, la nuova sede di Varesenews, per la presentazione del documentario “Finché sono al mondo”, realizzato dai giornalisti Silvia Nucini e Mario Calabresi. Un racconto toccante che riporta alla luce la strage della scuola Francesco Crispi di Milano, avvenuta il 20 ottobre 1944, in cui persero la vita oltre duecento persone, di cui 184 erano bambini.
UNA TRAGEDIA IGNORATA DAI MILANESI
Una tragedia poco conosciuta, persino dai milanesi. A intervistare i due autori è stato il giornalista di Varesenews Roberto Morandi, storico di formazione e appassionato narratore delle vicende locali del secondo dopoguerra. «Abbiamo sentito l’urgenza di raccontarla – ha spiegato Silvia Nucini – anche per quello che sta accadendo intorno a noi. Far conoscere ciò che avvenne nel quartiere Gorla di Milano nel 1944 era importante, perché di questa strage si è parlato poco».
Tutto nasce da un’email inviata ai due giornalisti da alcuni sopravvissuti al bombardamento: un gruppo di ultraottantenni ancora molto attivi, che si ritrovano per passare il tempo insieme e per non dimenticare la tragedia che li accomuna.

VOLEVANO MATTARELLA
«Ci siamo dati appuntamento un sabato pomeriggio nella biblioteca dove vennero raccolti i corpi dei bambini morti sotto le bombe – racconta Calabresi –. Abbiamo registrato le loro testimonianze con uno smartphone e alla fine abbiamo deciso di girare un documentario. Queste persone ci sono entrate nel cuore per la loro passione e determinazione. Per l’80° anniversario volevano Mattarella e i Corazzieri, e così mi hanno convinto a scrivere al Presidente della Repubblica».
Il Capo dello Stato ha risposto e mantenuto la promessa fatta. Si è presentato puntuale a Gorla con i Corazzieri per la commemorazione, ascoltando i ricordi e le emozioni dei sopravvissuti. Immagini dolorose impresse da sempre nella loro mente e traumi che nel documentario emergono sequenza dopo sequenza. «C’è chi non riesce a sopportare il rumore di uno spettacolo di fuochi artificiali – sottolinea Nucini – e chi non riesce più a guardare negli occhi le persone, perché ha incrociato lo sguardo di un bambino morto sotto le macerie. Tutti, però, sentivano il bisogno di raccontare perché quella storia non venisse dimenticata. Era finalmente arrivato il momento di tirare fuori il loro vissuto».

IL MONUMENTO PER I BAMBINI MARTIRI
Sembra incredibile che in una città come Milano ci fossero persone che non ricordavano quel bombardamento, frutto di un errore degli americani che scaricarono il loro carico di morte sull’obiettivo sbagliato, mentre facevano ritorno alla base. «Come è accaduto ai sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti – conclude Calabresi – le testimonianze sono arrivate solo molti anni dopo, negli anni ’90, perché prima non si era pronti a parlarne e la società non era ancora pronta ad ascoltare i sopravvissuti».
A ricordare la strage di Gorla c’è un monumento imponente sulla Martesana, in piazza dei Piccoli Martiri di Gorla, nel cuore del vecchio quartiere. Fu finanziato dalle famiglie delle vittime, con il contributo della Falck e della Rinascente, su decisione dell’allora sindaco di Milano, l’angerese Antonio Greppi.
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