Acof agli europei di “debate” grazie a Laura Cavalleri: la coordinatrice del liceo Pantani giudice a Bucarest
Prestigiosa ed emozionante trasferta in Romania per la referente del Liceo scientifico sportivo di Busto Arsizio, selezionata nel gruppo dei super esperti chiamati a valutare i migliori studenti provenienti dalle scuole superiori di tutto il continente

Tre giornate intense e indimenticabili. Sono quelle che Laura Cavalleri ha vissuto in questo inizio di marzo 2025 a Bucarest, in Romania, negli spazi del Politecnico, dove ha preso parte in una vesta particolare ai Campionati Europei di Debate, ovvero le competizioni incentrate sul dibattito che da tempo sono diventate un terreno di confronto e crescita per decine di migliaia di studenti.
La professoressa Cavalleri, di Busto Arsizio, ha partecipato alla competizione nel delicatissimo ruolo di giudice internazionale: quelli italiani erano soltanto tre, selezionati in base alla loro perfetta conoscenza della lingua inglese e anche all’esperienza maturata negli ultimi anni proprio nella gestione delle kermesse di Debate che si svolgono puntualmente nel contesto nazionale.
Con lei, dunque, anche l’intera ACOF Olga Fiorini – diretta da Mauro e Cinzia Ghisellini – ha potuto essere parte della competizione. D’altronde Laura Cavalleri è non solo una apprezzata docente di inglese, ma da diverso tempo è anche la coordinatrice d’indirizzo del Liceo scientifico sportivo “Marco Pantani”, una delle grandi eccellenze presenti all’interno della struttura educativa bustocca.
Inoltre, la stessa insegnante si occupa ormai di fare da referente per la Rete WeDebate, che in Italia rappresenta il punto di riferimento assoluto di questa attività rivolta agli studenti.
«A Bucarest ho avuto la fortuna di vivere un evento davvero molto particolare e coinvolgente – racconta Cavalleri – perché ho potuto conoscere e confrontarmi con persone provenienti da tutta Europa, riscontrando le differenze nel modo di approcciare il Debate competitivo. Alla base ci sono i valori che conosciamo di uno straordinario strumento di formazione per i ragazzi, chiamati ad affinarsi nei confronti di opinioni, sapendo trovare le argomentazioni e le parole giuste, in un tempo adeguato, senza mai eccedere e superando pregiudizi o desideri di prevaricazione. Rispetto a quello che avviene in Italia, devo dire che in Europa c’è un livello competitivo molto più serrato, mentre l’organizzazione è molto professionale».
Per lei il compito di giudice è stato stimolante ma non certo semplice: «La differente provenienza di questi giovani ha significato, per noi commissari, dover esaminare dei discorsi fatti in lingua inglese ma con tante pronunce e accenti differenti, dentro i quali bisogna saper cogliere sfumature ed efficacia. Pur avendo già personalmente compiuto un lungo percorso all’interno delle numerose manifestazioni che svolgono in Italia, quella degli Europei è stata senz’altro un’avventura speciale, nella quale credo di essermi fatta onore».

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