Le onde sonore di Tashi, dalla provincia al cuore: “La natura e gli amici sono sempre la più grande ispirazione”
Il cantautore di Villa Cortese sul palco di Materia per parlare del suo Ep "Per un soffio". Voce e chitarra hanno svelato la profondità della sua scrittura, tra sonorità marine e memorie tibetane

Continuano a Materia le serate dedicate alla musica e musicisti del territorio, appuntamenti organizzati ogni venerdì sera a ingresso libero.
Venerdì 11 aprile, lo Spazio Libero di VareseNews ha accolto in un caldo primaverile, una versione intima e poetica della musica di Tashi, giovane cantautore di Villa Cortese dalle origini tibetane. In un talk show, a cui è seguito un breve medley di brani, Tashi, ha spogliato le sue canzoni dagli arrangiamenti e con la sua sola voce ha saputo instaurare un dialogo diretto con chi lo ascoltava, raccontando storie di un mare mai vissuto nella quotidianità (ma sempre cercato), le pianure familiari del milanese e le montagne lontane ma vive nella memoria, a partire dal suo personale legame con il Tibet. Singolarmente il suo Ep, Per un Soffio (2024, in calce all’articolo), termina proprio con la parola montagna nonostante le sonorità e i testi siano sempre legati al mondo marino.
«Con la chitarra non so mai dove mettere esattamente le mani, ma mi piace anche questo quando suono, perché lo considero un metodo di sfogo – spiega Tashi alle domande di Francesco Castiglioni, vicepresidente del Gagarin -. Questa “mancanza” è stata compensata da un’attezione diversa e pesata su ogni parola, su ogni layer all’interno dei brani».
«Il mare mi regala davvero tanto, penso che sia un romanticismo condiviso con molte persone – sottolinea, cogliendo l’aspettone sublime e indefinito della natura -. Della montagna vedo la cima, alcuni la scalano anche. Quando vedo il mare mi trovo su questa linea, dove non esiste un dopo. E queso rende davvero emozionante il mare».
«La natura è la più grade fonte d’ispirazione – continua -.Certamente la città dà grandi stimoli, ma nella provincia, dove spesso c’è poco se non la natura, ti stimola a cercare qualcosa con cui legarti. Personalmente non sono tanto gli artisti i miei punti di riferimento, le mie influenze. Certo, gli artisti ti ispirano il sogno, l’ambizione, le possibilità che hanno sul palco, anche con le loro scenografie, e quelle che danno. Ma penso sia raro e difficile relazionarsi con qualcosa di così distante. Mentre gli amici, anche quelli con cui si condivide il palco e lo studio di registrazione, sono sempre presenti. Sono persone che hanno sempre qualcosa da dirti. A volte quando si compone capita di andare a sbattere da qualche parte, e sono proprio gli amici a trovare le parole giuste per capire quando è necessario fermarsi, pensare, cambiare prospettiva, parole».
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