Malnate Ideale: “Piste ciclabili da Prima Repubblica”
Il movimento politico malnatese nel comunicato: "Vogliamo evidenziare la situazione surreale che sta vivendo il nostro paese con la costruzione di tronconi di piste ciclopedonali spot"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Malnate Ideale riguardo alla situazione piste ciclabili in città
Come Gruppo ”Malnate Ideale” vogliamo evidenziare la situazione surreale che sta vivendo il nostro paese con la costruzione di tronconi di piste ciclopedonali spot, a macchia di leopardo, realizzati con i fondi del PNRR.
Malgrado il fatto che quasi nessuno gira in bicicletta nel contesto cittadino – a partire dagli amministratori di sinistra sia presenti che passati – perché siamo un paese con variati dislivelli ed anche perché è pericoloso, dato che la Statale Briantea con il suo consistente traffico di mezzi di ogni dimensione e stazza attraversa il nostro territorio per tutta la sua lunghezza, va tenuto ben presente che comunque si stanno effettuando dei lavori non strettamente necessari, con fondi presi a prestito che dovranno poi essere rimborsati allo Stato dai cittadini malnatesi.
Al di là dei costi, occorre considerare anche le ridotte dimensioni delle strade cittadine in cui vengono incuneate tali piste, rendendo praticamente incompatibile la coesistenza pedoni-ciclisti e la pavimentazione in autobloccanti delle piste stesse, che si rivela una scelta inopportuna e non ottimale per le biciclette.
A fronte dell’evidenza e delle nostre palesi perplessità, a cui l’Amministrazione di Sinistra non presta la benché minima attenzione – come per il costruendo tratto in via Matteotti con la scomparsa di altri parcheggi in centro – l’attuale sindaco si giustifica pubblicamente dicendo che l’opera andava fatta per non perdere i contributi pubblici stanziati dal PNRR: un ragionamento assurdo come da Prima Repubblica, che ribalta la logica, visto che le opere pubbliche si fanno perché effettivamente servono alla comunità e non perché esistono dei fondi stanziati a prescindere che, come già detto, non sono a fondo perduto ma andranno comunque restituiti dai malnatesi, che si accollano un debito anche per le generazioni future.
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