Addio a Maud Ceriotti Giaccari, l’artista varesina che parlava al mondo
L’archivio che raccoglie la produzione di Maud e Luciano Giaccari è stato recentemente acquisito dalla Biennale di Venezia per un programma di restauro e valorizzazione

Si è spenta nella notte Maud Ceriotti Giaccari, artista e figura di riferimento per la scena culturale varesina e nazionale. Insieme al marito Luciano Giaccari ha dedicato la sua vita alla ricerca artistica e alla sperimentazione, diventando tra i protagonisti della videoarte e delle avanguardie tra gli anni Sessanta e Settanta.
La sua scomparsa arriva in un momento importante per la memoria del loro lavoro: l’Archivio Luciano e Maud Giaccari è recentemente entrato a far parte dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) della Biennale di Venezia, un riconoscimento che ne garantirà la conservazione e la valorizzazione a livello internazionale.
Il ricordo delle istituzioni varesine
Il sindaco di Varese Davide Galimberti e l’assessore alla Cultura Enzo Laforgia hanno espresso cordoglio e riconoscenza per il lavoro dell’artista.
«La lungimiranza e la capacità visionaria di Maud Ceriotti Giaccari – dichiarano – hanno aperto strade nuove nel rapporto tra Varese e l’arte contemporanea. La recente intesa tra Matilde Ceriotti e la Biennale di Venezia, sostenuta dal Comune di Varese, permetterà di conservare una prestigiosa collezione varesina ed intensificare le collaborazioni di mostre ed eventi sul territorio con un’istituzione come la Biennale di Venezia». L’ ultimo saluto a Maud Ceriotti Giaccari si terrà nella sala del commiato a Giubiano mercoledì 30 luglio alle 14.30.
Un’artista tra avanguardia e sperimentazione
Maud Ceriotti Giaccari si avvicinò all’arte nella seconda metà degli anni Sessanta, entrando in dialogo con le esperienze della Neoavanguardia italiana. Con il marito Luciano fondò a Varese lo Studio 970/2, un laboratorio di produzione video che divenne punto di riferimento per artisti internazionali come Joan Jonas, Vito Acconci, Living Theatre e Robert Wilson.
L’artista alternò linguaggi differenti, dalle opere-oggetto agli happening, fino alle sperimentazioni cine-videografiche, anticipando riflessioni che segneranno le ricerche artistiche dei decenni successivi. La sua attività è oggi studiata in pubblicazioni come “Artiste italiane e immagini in movimento” (Mimesis/Aurora), a cura di Lara Conte e Francesca Gallo, che le dedica un intero capitolo.
Il fondo Giaccari, costituito da migliaia di videotape, documentazioni di teatro, danza, musica e poesia, oltre a opere pittoriche e scultoree, è stato affidato da Maud Ceriotti Giaccari alla Biennale di Venezia. L’inserimento nell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee rappresenta un passaggio fondamentale per la conservazione e lo studio della videoarte italiana.
La Biennale avvierà un progetto di restauro, digitalizzazione e catalogazione del materiale, garantendone la fruibilità e integrandolo con il percorso di valorizzazione già attivo per altri archivi storici del Novecento.
L’Archivio Giaccari entra nell’Archivio Storico della Biennale di Venezia
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