I Grateful Dead continuano a sperimentare ma il pubblico li segue
Oramai negli USA erano il gruppo con il seguito più fedele

Se iniziassi questa recensione dicendovi che il titolo viene dal fatto che Jerry Garcia stava provando delle scale per gli assoli vicine alla musica mediorientale, forse vi toglierei la voglia di sentirvi questo ottimo disco. Ma sbagliereste perché ciò avviene principalmente solo nella suite che dà il titolo e chiude il disco – quelle dopo sono bonus tracks dell’edizione remastered – che ci ricorda che, anche dopo la svolta dei due splendidi dischi country, i Dead erano il gruppo più sperimentale fra quelli storici del rock californiano, come veniva testimoniato dai loro concerti.
Ma se la suite può risultare un po’ ostica, il resto del disco racconta il gruppo di quel periodo, che abbiamo già visto in Wake of the flood e in From the Mars Hotel. Quindi influenze come quelle della jazz fusion, portate dall’uso del piano elettrico di Keith Godchaux, ma unite ad altre cose atipiche, come ad esempio il reggae di Crazy Fingers o il flauto di Sage and Spirit. Quasi strano pensare che con questi presupposti il disco sia stato un successo, ma fino a quel momento fu quello che “partì meglio” nella storia del gruppo, entrando subito nella Top Twenty americana.
Curiosità: la prima parte di King Salomon Marbles si chiama “Stronger than dirt” (più forte dello sporco) perché ispirato dalle quattro note del jingle dell’Ajax. Curioso che la stessa cosa era stata fatta dai Doors alla fine di “Touch me”, addirittura cantando la frase: i Dead la suonarono e basta.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Fabio Rocchi su "Mio figlio di 7 anni allontanato dall'oratorio di Gorla Maggiore perché musulmano"
fracode su Anche questa domenica si scende in piazza a Varese per la Palestina
Fabio Rocchi su Dal Pentagono a Tianjin: quando la guerra torna a chiamarsi guerra
lenny54 su Il Pd di Gallarate attacca Cassani: "Paladino della macchina propagandistica programmata dal governo Netanyahu"
bianca1977 su Varese si prepara a dire addio alla piscina di via Copelli: al suo posto si valuta un impianto per la pallavolo
Fabrizio Tamborini su Elly Schlein a Varese: “È una vergogna che prosegua l’occupazione di Gaza, e il silenzio del governo Italiano è complicità”
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.