L’ospedale di Varese centro d’eccellenza nella rete regionale per la cura delle emorragie digestive
Il direttore della gastroenterologia Sergio Segato è tra gli specialisti che hanno lavorato per definire la rete che garantisce a tutti le stesse cure. Varese è centro di III livello, il Circolo di Busto di II

«Le reti di cura sono essenziali per garantire trattamenti omogenei a tutti i pazienti». Commenta così il dottor Sergio Segato, direttore della gastroenterologia dell’ospedale di Varese e responsabile della Pancreas Unit aziendale, la delibera regionale che definisce la rete epato-gastroenterologica lombarda.
Il medico varesino è stato tra gli specialisti coinvolti da Regione Lombardia nella definizione di percorsi e procedure da mettere in campo in caso di emorragie digestive e malattie infiammatorie croniche intestinali.
Con la delibera a firma dell’assessore Bertolaso, è stato costruito il piano di rafforzamento delle reti cliniche regionali, strutture pubbliche e private accreditate, valutate per livello di complessità assistenziale.
Rete per l’emorragia digestiva
Le strutture inserite nella rete per le emorragie digestive sono suddivise in 4 livelli assistenziali. I Centri di 4° livello, dotati di massima specializzazione e capacità di gestione delle emergenze, si concentrano nei poli di riferimento come Niguarda, San Raffaele, Policlinico Ca’ Granda, Papa Giovanni XXIII, Humanitas e Legnano dell’Ovest Milanese.
Tra i presidi di terzo livello c’è Varese: « I centri di IV livello sono di altissima specializzazione dove vengono trattati i casi più complessi e in massima urgenza – spiega il dr Segato – A Varese, i nostri radiologi sono in grado di effettuare le TIPS. Ma spesso, per questi casi, è necessario anche il trapianto di fegato che avviene solo nei cinque centri specializzati. La novità è la presa in carico diretta: attraverso questa rete, chi è seguito in uno degli ospedali lombardi dell’elenco poi viene trasferito direttamente dall’ospedale competente a eseguire la terapia di massima complessità».
Nella rete, c’è anche l’Asst Valle Olona con il Circolo di Busto indicato come centro di livello 2. Stesso livello Mater Domini di Castellanza mentre gli ospedali di Angera, Luino, Cittiglio e Saronno sono centri di primo livello.
Rete per le malattie infiammatorie croniche intestinali
La seconda rete di assistenza riguarda le malattie infiammatorie croniche intestinali: qui la rete dei centri individuali è maggiore e, in provincia di Varese oltre alla Sette Laghi ci sono la Asst Valle Olona, la Casa di cura Borghi, la Multimedica, l’Istituto Maugeri e la Mater Domini. Tutti i centri coinvolti garantiranno diagnosi, presa in carico e continuità terapeutica dei pazienti affetti da MICI come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa, favorendo la creazione di percorsi HUB e SPOKE.
Positivo, per il dottor Segato, questo sforzo organizzativo regionale: « La fotografia ottenuta serve a garantire la stessa presa in carico con uguali approcci e strumentazioni da parte di tutti i centri ad alta complessità, pubblici e privati, così da indirizzare le ambulanze del 118 verso i presidi più vicini e adeguati alla gravità del caso. Nel contempo, però, è possibile individuare quali territori della Lombardia resteranno scoperti e occorrerà investire per garantire a tutti la stessa qualità e disponibilità di cure».
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