Nata con una grave malformazione: la lotta per la vita della piccola gattina Theya
Le volontarie che la stanno accudendo hanno attivato una raccolta fondi per salvare la micetta che ha due mesi e pesa appena 400 grammi

Tehya ha solo due mesi e pesa appena 400 grammi. È piccolissima, fragile, quasi trasparente, ma dentro il suo corpicino batte una volontà immensa di vivere. La sua storia, che arriva da Varese e oggi trova casa nella clinica veterinaria La Trinità di Cadempino, in Canton Ticino, è quella di una resistenza commovente e di una battaglia che ha bisogno di tutti.
Alla nascita, i segnali erano subito allarmanti: non riusciva ad alimentarsi, e il latte ingerito finiva nei polmoni. È sopraggiunta una polmonite ab ingestis, e con essa la corsa in clinica, la paura, l’incertezza.
I veterinari hanno presto scoperto la causa di tutto: palatoschisi, una grave malformazione del palato – chiamata anche agenesia del palato – che impedisce a Tehya di nutrirsi naturalmente. In pratica, Tehya è nata senza il palato.
Da allora è iniziato un percorso difficile e delicatissimo. Per settimane è stata nutrita artificialmente tramite sondino, seguita 24 ore su 24 da un’equipe veterinaria che non ha mai smesso di crederci. Adesso, però, quel tipo di alimentazione ha iniziato a provocarle fastidi, e le dottoresse stanno cercando nuove modalità per alimentarla, nella speranza di farla crescere.
Perché proprio lì sta il punto cruciale: Tehya deve aumentare di peso. Solo così potrà affrontare un intervento chirurgico per la ricostruzione del palato. Solo così potrà avere una vera possibilità di sopravvivenza. Tra le ipotesi diagnostiche emergono anche sospetti su una condizione genetica rara, come il nanismo, che renderebbe ancora più delicato il quadro clinico.
Il tempo, però, gioca contro di lei. Ma non contro chi la ama, e continua a lottare con e per lei.
Per questo è stata avviata una raccolta fondi: per garantire a Tehya cure, assistenza, interventi specialistici e, soprattutto, un futuro. «Anche se lontano, vogliamo disperatamente raggiungerlo», dicono i volontari che la seguono.
Chi desidera aiutare o ricevere aggiornamenti sulla sua storia può scrivere a: alessandra.lav.varese@gmail.com
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