Veniano, tragica verità sulla morte di Ramona: non fu suicidio. Arrestato il compagno
A distanza di cinque mesi dalla tragedia, il compagno della donna è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali

Non si è trattato di un suicidio, come si era pensato in un primo momento. Ramona Rinaldi, 39 anni, trovata senza vita nel bagno della sua abitazione di Veniano, nel Comasco, il 21 febbraio scorso, sarebbe stata uccisa. A distanza di cinque mesi dalla tragedia, il compagno della donna è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
A fare chiarezza su quanto accaduto è stata un’indagine minuziosa condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Como, in collaborazione con il RIS e i consulenti della Procura, che ha portato alla ricostruzione di un quadro familiare drammatico, segnato da una lunga storia di abusi e violenza domestica.
Una messa in scena per simulare il suicidio
Sin dalle prime fasi dell’inchiesta, i sospetti degli investigatori si erano concentrati sulla versione dei fatti fornita dal compagno della vittima. La scena sembrava quella di un suicidio, ma qualcosa non tornava. Secondo quanto accertato, l’uomo avrebbe inscenato il suicidio della donna per nascondere le proprie responsabilità, elaborando un piano per sviare le indagini.
Il risultato delle analisi tecniche e delle consulenze medico-legali ha smentito l’ipotesi del gesto volontario, confermando che Ramona è stata uccisa.
Una vita segnata da violenze
Il dettaglio più inquietante emerso dall’indagine è il contesto familiare in cui viveva la vittima: una situazione di maltrattamenti continui, violenze fisiche e psicologiche, umiliazioni e paura. Le testimonianze raccolte e le prove documentali hanno permesso di ricostruire una lunga storia di abusi. Secondo quanto riportato nella nota diffusa dal Comando provinciale dei Carabinieri di Como, l’uomo è ritenuto responsabile di “condotte persecutorie e vessatorie protratte nel tempo”.
L’arresto a Milano: ora è in carcere a San Vittore
Nel pomeriggio di mercoledì 16 luglio, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Como su richiesta della Procura. L’uomo è stato rintracciato a Milano, nell’abitazione della madre, e trasferito nel carcere di San Vittore.
Nei prossimi giorni sarà interrogato dal giudice. Dovrà rispondere di un’accusa pesantissima, aggravata dal fatto che dalla relazione con la vittima era nata anche una figlia.
Fino alla conclusione del processo, resta in vigore la presunzione di innocenza. Ma per gli inquirenti, ormai, non ci sono più dubbi: Ramona Rinaldi non si è tolta la vita. È stata uccisa.
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